In trasferta a Roma per un grande Derthona 

Cronache di un magnifico sabato romano che mi ha riportato indietro nel tempo. Fine anni ’80, spesso complessi e altrettanto spesso spensieratissimi, i miei allenamenti e le mie partite, tanta panchina e qualche minuto di campo, ma soprattutto il sogno di raccontare le gesta dei giocatori del Derthona Basket. Facendomi prendere la mano dalla passione,  cosa che avrei poi trasportato anche nelle cronache della squadra di calcio.

Sono stati gli anni della mia formazione, quelli più importanti, che mi hanno spinto a costruire il sogno della pallacanestro e un percorso iniziato davvero tanto tempo fa.

Come scrive con grande generosità il sito ufficiale del Club, arrivavo dal piccolo paese di Isola Sant’Antonio, facevo davvero pochi canestri e avevo l’ambizione di masticarne.

Cosa significhi “arrivare in alto” io non lo so, spesso il proprio percorso personale attraversa dei momenti in cui vengono confuse le priorità e serve fare qualche capriola all’indietro per riprendere la strada giusta, ma per quanto riguarda il Derthona Basket una cosa è certa: questi magnifici Ragazzi che hanno costruito una Società unica sono andati tre metri sopra il cielo.


Non voglio annoiarvi vent’anni dopo con la retorica degli Eroi capaci di mettere il cuore oltre l’ostacolo, ma esaltare una volta di più la magia di questo Gioco che tiene uniti con amicizie immortali ragazzi che hanno giocato, che oggi sono imprenditori, artigiani e professionisti affermati, e che dedicano al basket tempo libero e sacrifici. Regalando ai loro allenatori, giocatori e collaboratori la grande fortuna di interfacciarsi con chi mette il Gioco in una prospettiva diversa, quindi più lontana dalle logiche “vincere/perdere” e dal “chi sa solo di basket,  non sa niente di basket”, il tutto con una passione fantastica e del tempo prezioso, per sè e per gli altri.

Angela ed io siamo partiti da Montegranaro all’alba, abbiamo imboccato la superstrada per Foligno e dopo un’ora esatta siamo saliti su un sorprendente Frecciabianca che in un’altra ora e spiccioli ci ha portati a Roma.

Non avevamo ancora visitato il Mercato Centrale nell’ala di via Giolitti a Termini, e inevitabilmente abbiamo fatto colazione con una bricoches XXL di Bonci. Sicuro oggi ripartiremo con almeno mezza teglia di pizza da portare a casa.


Il nostro Cicerone qui si chiama Marco Caprari, in arte Bum Bum, oltre 20 anni di retine mitragliate a tutte le latitudini, oggi gestore di Bed & Breakfast. Caratteristiche principali: bontà e generosità come raramente potete trovare in un essere umano.


Un bel giro in centro, giusto per mangiare qualcosa nel bistrot annesso a un market biologico in una traversa di via del Babuino, una sosta di lavoro a Palazzo Fabi per parlare di scarpe, vetrine e idee


Poi la partita a un orario inusuale, le 16, che metteva di fronte il Derthona a Eurobasket Roma, una bellissima realtà della Capitale capace di portare al Palatiziano 500 bambini festanti e le loro famiglie.

La strada che può seguire la pallacanestro qui da noi: partire dalle scuole, la formazione, il minibasket, quindi il coinvolgimento delle famiglie. La creazione del piccolo sportivo e dell’appassionato. Il biglietto a prezzo simbolico non è un regalo, ma un investimento.

Allenata da Davide Bonora, la squadra romana ha in rosa tra gli altri anziani campioni come Righetti e Malaventura e due buoni americani, Deloach e Easley, lungo di sacchettiana memoria. Un osso duro da 30 e passa punti ieri, ma qui il piano partita di coach Cavina è stato perfetto: attenzione al perimetro e se il loro centro produce… faccia pure.

Il Derthona ha giocato una grande partita, sempre in controllo, con Greene impeccabile nel primo tempo con il suo istinto, il suo fisico e movenze che mi hanno ricordato Clyde Drexler; e Cosey impressionante nella seconda parte di gara nell’inventare canestri al limite dell’impossibile, in piena trance agonistica, come succedeva spesso al suo attuale presidente Roberto Tava tanti anni fa. Triple a ripetizione!


Luca Garri è sempre un giocatore di una classe cristallina, ben supportato dal talento di Ricci, il cuore di Valerio Cucci, che nella sua Roma ha davvero ben figurato, al pari di Mascherpa (sua una tripla importantissima) e di Alviti che condizionato da problemi fisici ha dato quel che poteva.


Una squadra corta, con rotazioni chiare che responsabilizzano e contestualmente danno ai ragazzi campo e fiducia da parte di un tecnico che in conferenza stampa si è commosso nel parlare dei suoi giocatori.

Come dicono sempre Marco Picchi e Fabio Ventura, amici speciali, quella del Derthona è una maglia diversa.

La serata ? Speciale pure lei.
Un calice di vino con Angela e Marco, poi abbiamo raggiunto gli Amici da Etablì, dove abbiamo mangiato bene, bevuto bene, festeggiato un sabato davvero felice. A due passi da Piazza Navona, Etablì è un locale duttile e intrigante, un salotto pieno di gente  che unisce arredamento provenzale, decorazioni in ferro battuto e dettagli hi-tech, il tutto in una costruzione del ‘600. Dicono sia un “Must” per il brunch, provatelo!

Ho saltato il dolce per dedicarmi alla solita brioche notturna al forno sotto casa di Marco, in via Giuseppe Gioacchino Belli.

E così abbiamo chiuso il cerchio aperto con il maxi croissant ai lamponi, un giro dell’orologio lungo 15 ore, o forse qualche decennio.

Un saluto ai ragazzi del Derthona e complimenti a una Squadra meravigliosa.

Una replica a “In trasferta a Roma per un grande Derthona ”

  1. Grande articolo, mi é sembrato di essere lì con voi a girare la capitale, a tifare Derthona al palazzetto e addentare brioches ed altro.

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