Da Trieste basta guardare in là, verso l’Istria e Capodistria, – si la terra di Tele Capodistria, di Sergio Tavčar, dei fondamentali della pallacanestro, non del ‘tiroda3’ del basket – per scoprire il bello dell’olivo, dell’olio e della gente. Sali in collina verso Marezige e da quei 300 metri sul mare, a sinistra vedi la Croazia, a destra Trieste, pare di poterle toccare tanto sono vicine; ben presto cominci a vedere ulivi che fanno nascere un pensiero che va oltre la bellezza di quella terra, perché l’olivo pare non tener conto di quei confini che l’uomo decise di alzare una trentina di anni fa. Stacchiamo lo sguardo dall’orizzonte adriatico e seguiamo la strada fino a la Fontana del Vino – Vinska fontana – di Marezige. Lì ci aspetta Sandi Babič, frantoiano per missione e anima di Oljarna Babič, punto di riferimento per gli olivicoltori dell’Istria Slovena. Sandi ci aspetta per iniziare la raccolta e quindi si va subito nell’oliveto.

CONTAMINAZIONE – Il suo oliveto è giovane, frutto di quel sentimento che segue inevitabilmente una passione; se sei un maestro nell’estrazione dell’olio dalle olive, prima o poi ti nasce il desiderio di curare olivi in campagna e portare al tuo frantoio le tue olive. Terreno inerbito, olivi ben messi, divisi per varietà, Bianchera, Coratina, Leccino, Itrana, Rossignola, Bella di Spagna, insomma una sorprendente contaminazione varietale, che vorremmo vedere anche dalle nostre parti, dove purtroppo ci ostiniamo a lavorare solo varietà legate al nostro territorio, rispettando confini autarchici che solo l’indolenza e la mancata prospettiva hanno mantenuto in vita. La Coratina in Slovenia… Chissà cosa diranno a Corato, terra da cui quella varietà prende il nome. Tutti i frantoiani dovrebbero avere l’ambizione di mettere alla prova la propria capacità di estrarre olio da varietà di olive diverse da quelle che solo la natura e il tempo gli hanno messo a disposizione.

LA RACCOLTA – Si parte con Bianchera (Istrska Belica) e Coratina la varietà da raccogliere. Le reti sono distese e il grande pettine guidato da Diego lascia cadere le olive e Roc e Vid con i piccoli pettini a batteria, completano il lavoro. Milan, Dario e Ales, raccolgono le olive in piccole cassette e spostano i teli. Sandi controlla, interviene quando vede che è necessario. Così, un olivo dopo l’altro, fino al primo pomeriggio. Poi si va in frantoio dove i protagonisti sono i genitori di Sandi, Milan e Slavia, i figli di Sandi, Roc e Vid, i collaboratori fedeli, Dario, Diego e Ales. Si parte. Le olive scorrono, Slavia toglie le foglie e i piccoli rami. La tecnologia delle Officine Meccaniche Toscane è perfetta, tirata a lucido. Basta poco, l’olio esce. Quello della campagna 2025. Coratina. Anzi Koratina, col k.

E L’OLIO? – Ancora? Non basta quanto detto fino a ora? Per quanto mi riguarda l’olio ha svolto il suo compito, è stato il mezzo che ci ha portato qui, a Marezige, Istria Slovena, ci ha fatto ammirare questa terra, contare gli olivi, scrutare il paesaggio e fatto incontrare delle persone. Perché è grazie all’olio che abbiamo conosciuto Sandi Babič. Di olio, parlatene con lui e ricordate, l’olio buono si guarda negli occhi delle persone. Fate domande a Sandi, sulla tecnica di estrazione in frantoio, anche le più strane, la sua risposta sarà sempre quella: “nema problema!”. Parola di Sandi Babič.



