La pausa pranzo di Sandì è da qualche tempo la più chiacchierata (e gettonata) di Milano, e così, dopo qualche tentativo andato a vuoto (prenotazione anticipata assolutamente obbligatoria) Veruska ed io ce la siamo concessa qualche giorno fa.
Si è parlato e scritto tanto negli ultimi due anni del design del locale (minimale si, ma davvero azzeccato, super accogliente), i ragazzi in sala fanno la differenza, il servizio è stato impeccabile, ci sono belle vibes e bella clientela.
Non abbiamo pescato dal menù lunch (per tutte le tasche, richiestissimo) ma ci siamo addentrati nella carta andando sui nostri gusti: i vegetali per me, il “famigerato” cordon bleu per Veruska.
Il cavolfiore arrostito col burro alla bottarga di tonno è davvero strepitoso, avrei fatto il bis.

Meno indimenticabile la sucrine alla brace, questa volta il burro era ai capperi con prezzemolo e limone candito. Mi è rimasto il rimpianto della cernia gialla coi porcini: prossima volta.

E il cordon bleu? Ricco, anzi ricchissimo, piatto unico per veri professionisti, magari senza troppi impegni dopo il business lunch. È una gigantesca e succulenta palla di lombata, servita con purè e fondo.
Menzione obbligata per il pane da circoletto rosso (doppio cestino).


Siamo stati bene, torneremo, provando magari l’unica serata della settimana in cui è aperto, quella del venerdì.

