La storia del Tiglio di Montemonaco ormai la conoscete tutti, e in tanti ne hanno scritto benissimo nei mesi scorsi.
Enrico Mazzaroni e Gianluigi Silvestri sono ripartiti da Porto Recanati la settimana scorsa con un progetto nuovo, nato grazie alla straordinaria intuizione di un imprenditore marchigiano, Luigi Guazzotti.
Si chiama Il Tiglio in Vita ed è un locale destinato a fare la rivoluzione sulla Riviera del Conero.
Elegante, minimale, molto chic, le lampade di Flos che scendono dal soffitto, le sedie di Carl Hansen, ampie vetrate con gli infissi scuri che guardano il mare, colori tenui, c’è sabbia, bianco, un po’ di nero, tanta luce, è un locale proprio come piace a me. È un posto che qui mancava, finalmente ambizioso, attento al dettaglio, con un servizio impeccabile, in cui il concetto di “less is more” abbraccia straordinariamente l’umanità che tutto lo staff trasmette ogni secondo che sei lì.
È stata una serata magica la nostra, la migliore che abbiamo vissuto al Conero forse di sempre, e questo anche perché siamo stati davvero protagonisti di un viaggio iniziato a Isola San Biagio, un posto che esiste nel racconto di ogni piatto “prima lo facevamo così, questa invece è la nuova idea”, e che torna negli sguardi, nelle espressioni, nei sorrisi amari e anche negli slanci vitali veros un nuovo orizzonte fuori da quelle vetrate fronte Adriatico.
Nella vicenda umana e professionale del Tiglio si racchiude l’Essenza delle Marche, il potenziale di una Terra generosa, che dal meraviglioso binomio montagna – mare deve “ricavare” di più, soprattutto in termini di collaborazione, idee.
Questa del Tiglio in Vita è nei fatti una specie di “collaborazione forzata”, ma sono certo segnerà il passaggio decisivo nella carriera di un talento sopraffino e sarà una consacrazione simbolo per questa Terra, il filo che unisce costa e entroterra, un filo che non va spezzato, e che domani genererà senz’altro due Tiglio, e non uno che esclude l’altro.
È un filo che permette a Mazzaroni di ricavare contaminazioni visionarie che affiancano i suoi piatti, quelli nati e continuamente cresciuti dentro la sua testa e in mezzo ai suoi monti, ai suoi alberi e alle sue erbe, che oggi toccano altri mondi, e che senz’altro evolveranno ancora fino a fine settembre, sette giorni su sette a pranzo e cena: per la cena prenotate per tempo, per il pranzo qui l’abitudine è meno radicata e proprio per questo, almeno inizialmente, andarci nella pausa è una grande idea.
Da apoteosi la patata con le vongole (piatto dell’anno finora), gli spaghetti con le triglie (tempi di cottura perfetti), il gelato alla banana con il croccante di pane, la “polenta” con le pesche e il cioccolato.
L’aperitivo viene offerto e accompagnato con delle cosine subito intriganti, per le papille gustative e per gli occhi.
Lo sgombro con cetrioli e sesamo nero viene cotto sulla carbonella davanti a voi. Lascia la bocca freschissima, si può prestare anche a interpretazioni diverse, e ne parlerò al mio amico Davide Minicucci, che di Mazzaroni è stato anche il secondo, e che oggi delizia il mondo con i panini di NOATRI: un pizzico di senape di paccasassi di Portonovo ed è KO tecnico.
Il dolce dedicato alle erbe aromatiche è stravagante e travolgente, tre erbe e tre diverse consistenze, mi ha ricordato certe cose di Paolo Brunelli, ho sentito l’Umami, il quinto gusto, è la portata perfetta per chiudere, figlia di una sperimentazione e di una ricerca ossessiva, senza aggiungere niente altro, manco il caffè.
Abbiamo bevuto lo Stella Flora di Maria Pia Castelli, un bianco integralista e diretto, strambo e magico, c’è dentro del Pecorino, del Trebbiano, del Pecorino e della Malvasia, per chi ama gli aromi che mutano in bocca, le complessità e quei bianchi che possono essere serviti a temperatura ambiente e poi crescono in ghiaccio, è una grande scelta,
La carta dei vini è ricca, in progress, ci sono cose interessantissime dalla Francia, balza subito agli occhi l’onestà nel ricarico, una vera rarità.
Circoletto rosso per Il Tiglio In Vita, una rivoluzione dalle parti del Conero.
Siamo stati in grazia del Signore.
Lungomare Scarfiotti, 47 – Porto Recanati
Due menu da 44 e 63 euro.
Alla carta siamo sui 55-65 euro.
Tel 392 039 72 38