Le pizzerie della A2 Gold, prima parte

Non è un anno indimenticabile per la A2 Gold visti (purtroppo) i problemi di alcune squadre. Ma i locali che propone la categorie restano di grande interesse: abbiamo grandi città e piazze storiche del nostro basket, sempre calde dal punto di vista enogastronomico. Andiamo alla ricerca di qualche pizzeria indimenticabile.

BRESCIA: per gli amanti delle pizze gourmet ci sono due tappe fisse e indimenticabili fuori città. La prima da Sirani a Bagnolo Mella, dove una pizza può costare anche 40 e dopo le 21 i figli non possono venire. Locale particolare, non c’è dubbio, ma il dehors estivo è meraviglioso e lì ho bevuto uno degli aperitivi più buoni della mia vita, analcoolico. La giornata inizia presto con le colazioni: i dolci sono spaziali e la dispensa vende solo prodotti di alta qualità. Una volta nella vita, assolutamente. A Rezzato, siamo non distanti da Padenghe e dal Lago di Garda, La Cascina dei Sapori da Antonio Pappalardo è un altro posto che può lasciarvi senza fiato. Fatevi un giro sul sito internet e poi mettetevi in macchina. Esperienza indimenticabile.

VERONA: la città si prepara ad accogliere l’ASG di serie A, sperando si tratti solo di un antipasto per la prossima stagione. In attesa di uno speciale più corposo. In città va molto la pizza tirata di Carlo Re, “fuori” vanno per la maggiore un paio di posti speciali. Il Chiostro di Sanguinetto, un posto che non è solo pizza ma anche focacce, pane, dolci e birre dentro una bottega. Poi I Tigli a San Bonifacio dove Simone Padoan è sempre alla ricerca del punto di incontro delle sue passioni: la pizza tradizionale e il piatto per gourmand. Quindi materia prima di estrema qualità, le migliori tecniche di cottura e la panificazione da lievito madre. A San Martino Buon Albergo c’è invece la pizzeria di Renato Bosco, alias il pizza ricercatore: si chiama Saporè ed ha l’ambizione di riunire in un unico posto gli amanti di tutti i tutti i tipi di pizza: gli amanti della pizza croccante potranno gustare la pizza in teglia alla romana, chi ama la fragranza potrà scegliere la pizza al metro, mentre gli amanti della tradizione potranno trovare un’ottima selezione di pizze classiche cotte nel forno a legna. Niente male.

TORINO:  secondo molti la pizza più buona si mangia da Pomodoro e Basilico a San Mauro Torinese. Patrick Ricci usa farine naturali macinate a pietra, che utilizzo per creare  due tipologie di impasto, uno di grano e uno di farro. Mamma che pizza, minuscolo spazio dalle parti dello Stadio Olimpico, è stata per me meta abbastanza gettonata quando c’erano concerti o partite. Un altro posto “clamorosamente” gourmet è Al Tegamino, dove la pizza cambia forma. Non è tonda ma rettangolare e viene servita con ingredienti anche qui selezionatissimi. Al mercoledi sera si mangia anche la farinata. Ma ci sono tante altre alternative. Se vi piace la classica napoletana, Amici Miei è il posto che fa per voi. Se amate la pizza sottile, vi mandiamo da Il Rospetto. Se invece volete un posto fashion, andate da Gramsci: piccolo e di grande fascino, location davvero bella.

TRIESTE: L’ex giocatore Beppe Falco gestisce il Rossopomodoro cittadino, e ci fa sempre piacere segnalare un locale aperto da un membro della grande comunità del basket. Gli amici di Trieste is Rock, invece, vanno sempre alla pizzeria Mangiafuoco che supporta la loro attività no profit di portare grande musica in città. Se invece volete fare quattro chiacchiere con il Presidente Mario Ghiacci, lo trovate alla Trattoria con Pizza Tre Merli. Un posto che da solo vale il viaggio (e la vista).

CASALE MONFERRATO: in centro città l’indirizzo per andare sul sicuro è Marechiaro. Le  pizze, con l’impasto ottenuto miscelando le farine del Mulino Valente,  si possono gustare sia tonde che cotte nel tegamino. E’ anche ristorante, sono bravi a fare il pesce. Ma Casale è anche e soprattutto la città di Doppio Zero, la prima pizzeria d’Italia con abbinamento Champagne.
Ingredienti di prima qualità nella pizza accompagnati da  Champagne dei piccoli vignerons, birre dei microbirrifici italiani e birre agricole. E’ possibile mangiare la farinata, la focaccia di Recco, e qualche pasta d’autore.

TRAPANI: la pizza trapanese, una celebrità assoluta. Quanta ne ho mangiato in occasione delle mie visite in città. Esperienza memorabili. Si va da Calvino, che fa 2 o 3 turni per sera sempre, oppure da Aleci e da Amici Miei. Li ho provati tutti.
La pizza trapanese si chiama rianata ha le acciughe sminuzzate e distribuite sulla pasta della pizza, il pomodoro fresco (quello piccolo per fare il sugo) spremuto su tutta la pasta della pizza, aglio a pezzettini, prezzemolo, basilico e pecorino grattugiato. Infine una bagnata con l’olio crudo: poesia!

BIELLA: gli anni passano ma la città regala certezze intramontabili. In tanti anni di frequentazioni biellesi ho imparato ad apprezzare ristoranti e pizzerie come quelle di una volta: la pizza che sta in mezzo all’antipasto di mare a al profiteroles. Come Apicella, arrivando in città da Carisio, e la mitica Pace dove ho imparato ad apprezzare pizza Moreschina. L’ultima pizza che ho mangiato a Biella è stata in un altro posto mitico, La Lucciola.

AGRIGENTO: la Sicilia regala sempre grandi gioie. Pietro Scibetta e Rosario Giordano ci guidano con maestria nei posti giusti, ovvero. Le Canne a Siculiana, anche ristorante e camping. Qui bisogna prendere per forza la pizza “Turca”. Da Antonio a “La tana del lupo” ad Agrigento, dove la pizza da accendere si chiama “Talent” ovvero la numero 2, con bresaola, rucola, mozzarella, pistacchio, crema di aceto balsamico e ciliegino. Oppure fate un salto al Porticciolo a San Leone, scegliendo una delle specialità del menù, magari la pizza con la nduia. Se non sieten ancora sazi vi attende La Ginestra, per gustare pizza Ginestra con mortadella, stracchino e pistacchio.

1- continua

Hanno collaborato: Pietro Scibetta, Rosario Giordano, Paolo Cerrato, Maurizio Corti, Mario Ghiacci, Andrea Amato, Ugo Ducarello, Elena Dal Cer

 

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