OFF TOPIC: le divise della serie A di basket (prima parte)

Quest’anno c’era una discreta attesa per la presentazione delle divise della serie A. Sarà che l’orogranata di Venezia ha subito fatto discutere, sarà per la festa brindisina a Flavia Pennetta, sarà per le “polemiche” virtussine aggravate dalle dimissioni di Villalta e forse anche quelle di Crovetti, di maglie si è parlato molto. Saliamo sul carro e diamo i numeri, in tutti i sensi, alle divise della serie A.

Sassari: il regolamento lo permette e non hanno badato a marchi sulla maglia. Tanti, troppi. Non c’è più la bellissima divisa bianca con “croce” azzurra della passata stagione. Voto 6, mezzo punto in meno per le polo bicolori da tempo libero, lo sforzo grafico va apprezzato.

sassari bianco
sassari bianco

Milano: da Re Giorgio ovviamente ci si aspettano sempre grandi cose. La divisa mi piace, anche se il gessatino sui pantaloncini ha creato qualche dibattito tra i puristi. Resto convinto che covi sempre sotto la cenere una grande voglia di nero, un pò repressa dai colori sociali. Voto 7

foto legasket/ciamillo milano rossa
foto legasket/ciamillo milano rossa
foto legabasket/ciamillo milano bianca
foto legabasket/ciamillo milano bianca
Sassari blu
Sassari blu

Reggio Emilia: i trionfatori della Coppa Italia esibiscono una divisa davvero molto pulita che valorizza al massimo gli sponsors principali. Mi sembra la strada più convincente. Però l’uniforme manca di grinta, il rosso o granata che sia lo trovo abbastanza spento, i “tagli” sono un pò datati. . Invece a questi ragazzi servirebbe indossare qualcosa di più sangiuigno, un granata Reggiana anni 80, quando giocava Matteoli. Voto 6, la polo abbassa le media.

reggiana rossa
reggiana rossa
foto legabasket/ciamillo/reggiana bianca
foto legabasket/ciamillo/reggiana bianca

Venezia: la Reyer ha fortemente voluto questa divisa. La convinzione del Club nell’osare una cosa del genere è sicuramente un punto in più. Non mi permetto quindi di giudicare se si tratti di una cosa geniale o di una tappezzeria piena di arabeschi venuta male. Dico solo che le divise degli anni scorsi erano molto belle, queste non mi convincono. Voto: 5.5, mezzo voto in più per l’ardire.

Venezia
Venezia

Enel Brindisi: la società del Presidente di Lega sceglie sempre una strada un po’ vintage richiamando lo storico “royal” brindisino, cestistico e calcistico. Divisa pulita,pochi marchi, profili rossi e righine orizzontali a contrasto un pò da piagiamino marinaro. Voto: 6, le polo bianche sono un pò anonime.

 

Brindisi, bianca e blu
Brindisi, bianca e blu

Acqua Vitasnella Cantù: tanto bianco e blu in serie A, cosi come tanto bianco e rosso. Non sempre è facile essere originali. Anche perchè con certe sponsorships conviene attingere dal campionario e non modificare nulla, contenendo spesa, sia essa scambio merce o cash. La divisa di Cantù ha colori simili a quella di Brindisi, le righe in contrasto sono verticali, il colore opposto va sulla spallina, fa capolino il rosso sui bordi. Sulla bianca leggo meglio la scritta Foxtown di Acqua Vitasnella. Voto 6, ma potrebbe crescere di mezzo punto.

Cantù bianca e blu
Cantù bianca e blu

Obiettivo Lavoro Bologna: storicamente quelle della Virtus sono divise bellissime, senz’altro tra le più belle dell’intera serie A. E’ vero che quest’anno la presenza di tanti marchi le ha oscurate un pò. Questioni di danaro e questioni di opportunità. Ma, domanda per tutti: la reale opportunità degli altri marchi sulla maglia, stampati in piccolo, in uno sport in cui la squadra prende il nome dello sponsor, qual’è? La chiamerei “gloria cittadina”. Voto 6- 

Virtus Bologna, bianco e nero
Virtus Bologna, bianco e nero

Giorgio Tesi Group Pistoia: nel gruppone dei biancorossi Pistoia si disimpegna abbastanza bene. Il rosso è molto pulito con uno spazio chiaro per i partners di maglia. Il bianco è di ispirazione “croata” con i quadrettoni rossi su una divisa pulita, in realtà il richiamo è al simbolo della città, che valorizza bene i marchi. Niente di clamoroso, ma una bel lavoro. Voto: 6.5

fine prima parte

Una replica a “OFF TOPIC: le divise della serie A di basket (prima parte)”

  1. Porto il mio mattoncino.

    Come prima cosa mi vien da dire che, visto ‘attaccamento della gente per questo gioco e la passione che ci mette, la presentazione delle maglie dovrebbe diventare un evento più curato, con tanto di fotografo e modelli (che avendo a che fare con atleti non mancano), corredando la cosa con una buona offerta d’acquisto, in modo da avere in tribuna più gente possibile con il merchandising ufficiale.

    Seguendo il tuo elenco.
    Sassari.
    No.
    Concordo sulla maglia a croce, era identificativa. I disegni di sfondo creano confusione e per la quantità di marchi, meglio mettersi addosso il pannello delle interviste, almeno li si leggono tutti.

    Milano.
    Se sbagliano loro è finita. Il gessato a me piace, sul bianco è un po’ forte ma sulla divisa da trasferta rende molto. Il problema, a mio gusto, è solo la scelta di spezzare pantaloncino e canotta. Nero tutta la vita, immaginatelo opaco con gessato lucido, oppure liscio con costine leggermente materiche.

    Reggio
    Il carattere scelto per i numeri su fondo piatto mi piace molto, la fascia sotto al collo in contrasto è vecchiotta. Concordo, con la squadra che hanno avrebbero dovuto osare di più.

    Venezia.
    Il damascato da divano della nonna è talmente brutto, ma talmente brutto, aiutatemi a dire brutto, che ha fatto il giro. Idoli. Forse la scelta è per far sentire Superciuk in pace con il mondo.

    Brindisi.
    Il loro stile vintage a me piace, forse sul blu avrei tenuto un contrasto minore. Meglio ancora senza rigato, colore pieno e numeri scritti con un carattere più datato ancora e molto più grandi.

    Cantù
    la necessità di metter tanti marchi è sempre deleteria per l’estetica. La spallina in contrasto non mi entusiasma in questo caso.

    Bologna
    Ecco. In una pioggia di loghi su tutta Italia, quasi. In questo caso il logo Obiettivo Lavoro è (udite udite) fin troppo grande. C’è talmente tanto contrasto che si sarebbe letto benissimo anche più piccolo e avrebbe reso il tutto più armonico. Saclà era meglio sul pantaloncino.

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