16 birre da serie A

La prima parte di un lungo viaggio, quello di Damiano Franzetti (Malto Gradimento e tante altre cose) attraverso le birre (e i posti per berle) della serie A di pallacanestro.

Seguire le sedici squadre impegnate nel massimo campionato italiano di pallacanestro, è un buon pretesto per esplorare un po’ del variegato (e ormai enorme) mondo della birra artigianale del nostro paese. In questo “gioco” proviamo ad abbinare a ogni città di Serie A una birra del territorio e, già che ci siamo, un locale di riferimento possibilmente nei paraggi dei palasport. Una piccola avvertenza: abbiamo cercato il più possibile di consigliare produttori che conosciamo, almeno per aver degustato qualche loro birra. E ci siamo appoggiati, talvolta, alle nostre “talpe” locali, laddove non abbiamo conoscenza diretta del territorio.

Brindisi:  B94
Iniziamo con il dire che l’aeroporto di Brindisi, snodo fondamentale verso il Salento, è fornito di birra artigianale come forse nessun altro in Italia ( ne abbiamo parlato su Malto Gradimento ). Almeno quattro i marchi che si trovano nei pochi esercizi commerciali dello scalo, roba da lustrarsi gli occhi per chi è alla ricerca di birre del territorio. Tra questi c’è anche B94, che arriva dalla confinante provincia di Lecce è vero ma che può essere preso a esempio per il movimento salentino.

B94 è il più radicato e noto birrificio della zona, elegante nelle confezioni e dalla qualità garantita per quanto riguarda la bevuta. Ricordo per esempio con piacere la pale November Ray bevuta in zona. E per chi cerca qualcosa di
particolare, mi segnalano la Malagrika con l’utilizzo di mele cotogne. Da quelle parti, del resto, il territorio è sacro.

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Dove Bere: se siamo usciti dalla provincia per indicare il birrifico, restiamo invece a Brindisi per consigliare un posto dove sedersi con un bicchiere in mano. Il consiglio degli amici locali ci porta al Gruit, locale di riferimento in città situato in un ex convento. Gruit è anche produttore, e quindi se volete un’alternativa a B94 potete farvi servire une delle diverse birre… a metro zero.

Capo d’Orlando: Irias
Confessiamo di non essere proprio espertissimi del movimento birrario siciliano, ma qualche sbirciata alle guide e qualche domanda in giro ci aiutano a colmare la lacuna. E per abbinare una birra artigianale alla squadra più a Sud della Serie A ci buttiamo sulle bottiglie di Birra Irias, sede a una dozzina di chilometri da Capo (a Torrenova) e attenzione sia alla cultura brassicola sia ai prodotti del posto, basti pensare che nella “Indica” (una belgian ale) trovano spazio anche i fichi d’India. Ma forse la bandiera del giovane birrificio messinese è la Ipa “Rubra”.

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Dove bere: il consiglio arriva proprio dal creatore e gestore di Basketkitchen, Gianmaria
Vacirca, per il quale Capo d’Orlando è un vero “posto del cuore”. Dunque, per alzare i calici il suggerimento è la “Birreria del Capo”, locale piuttosto affollato e da considerare anche per chi è reduce dal PalaFantozzi: cartina alla mano, la birreria dista circa un chilometro dal parquet orlandino. Più facile di così…

Milano: Lambrate
Il simbolo della “Milano da bere… birra”. Nato in un quartiere storico e intorno a un pub di quelli scuri e fumosi, il Birrificio Lambrate che compie 20 anni in questo 2016 è cresciuto con il passare delle stagioni, ha ingrandito gli impianti, aperto un secondo locale ma non ha perso il suo fascino. Anzi… Basta leggere i nomi delle birre (Ghisa,
Brighella, Montestella, Gaìna, Magüt…) per respirare la storia della città: ogni denominazione ha un significano milanesissimo, ogni bevuta apre un mondo. E poi, la qualità è eccelsa: non a caso Fabio Brocca è stato nominato “Birraio dell’anno” per il 2015, anche se il volto simbolo è quello di Giampaolo Sangiorgi, non a caso universalmente
conosciuto come “Il Monarca di Lambrate”.

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Dove bere: proposte moltiplicate negli ultimi anni. Oltre ai locali di Lambrate ci butteremmo su Lambiczoon, Bere Buona Birra, Sloan Square, Baladin Milano e altri ancora: dal Forum è necessario fare un po’ di strada, ma agli orari del dopo partita anche il proverbiale traffico milanese concede una tregua. Prezzi talvolta da “capitale del Nord”, ma spesso ne vale la pena.

Sassari:  P3 Brewing Company Sardegna,
Terra di birra, non solo per la storica industriale Ichnusa (il marchio è di proprietà di Heineken) il cui marchio campeggia anche tra i gold sponsor della Dinamo. L’ondata “artigianale” è giunta anche sull’Isola e ha in Nicola
Perra e nel suo Barley l’esponente principale; a Sassari però è giusto soffermarsi sul lavoro portato avanti da P3 Brewing, azienda giovane (è nata nel 2012 dall’impegno di Giacomo Petretto e Pierpaolo Peigottu) che si è subito fatta notare in città con le sue birre in stile britannico. Due da tenere in particolare considerazione: la “Speed” è stata argento a Birra dell’Anno 2014 nella foltissima categoria dell golden ale, la “Turkunara” è stata premiata al
Brussels Beer Challenge.

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Dove bere: i nostri contatti sassaresi ci dicono di puntare decisi in direzione del BNO, la Birreria NordOvest dove tra le tante offerte alla spina e in bottiglia (con grande attenzione all’artigianale italiano) ci sono spesso anche i prodotti di P3. La trovate nel centro storico, ma dal PalaSerradimigni sono all’incirca 10’.

Torino:  Loverbeer
Il Piemonte è patria di diversi artigiani capaci di fare la storia recente della birra italiana: il cuneese (di Piozzo) Le Baladin di Teo Musso e il Beba di Villar Perosa dei fratelli Borio sono stati tra i sei pionieri assoluti che nel ‘96 iniziarono a brassare nel nostro paese. Valter Loverier ha iniziato qualche anno dopo a produrre in modo professionale, dopo lunghe esperienze casalinghe, ma le sue creazioni sono state fin da subito apprezzate e premiate. Notevole il suo abbraccio con il vino (la BeerBera per esempio) o comunque con il suo mondo (Madamin, affinata in botti di rovere). Non a caso Loverier è considerato uno dei maghi” delle IGA, le Italian Grape Ale che rappresentano una delle tendenze più interessanti del momento.

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Dove bere: un legame particolare mi spinge all’Open Baladin, lontanuccio dal PalaRuffini ma davvero fantastico. Oltre a un’amplissima selezione di “casa Teo Musso” il locale di piazza Valdo Fusi (in una struttura costruita per le Olimpiadi 2006) propone una grande varietà di birre dei principali “artigiani” italiani.

1- continua

Damiano Franzetti (Damiano scrive per Varesenews, Tuttosport e da anni cura il blog di successo Malto Gradimento)

Una replica a “16 birre da serie A”

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