Raramente ho fatto trattative in un ristorante con i miei interlocutori, ho sempre preferito gli uffici o la sala riunioni, poi a trattativa conclusa…tutti “gambe sotto il tavolo”. Ma un eccezione c’è, e che eccezione; alcuni decenni fa c’era un baldo trevisano, Roberto Premier, che faceva furori in quel di Gorizia, e lo sapete, l’Olimpia ha sempre avuto un debole per i veneti. La Reyer di Carrain e il Mestre di Celada rappresentavano la concorrenza. Ecco la storia di una memorabile trattativa
Finalmente l’UGG Gorizia mi concede appuntamento: Osteria Al Piron ore 12.00, piena Gorizia downtown. Arrivo puntuale e mi trovodi fronte una bella squadra agguerrita: il Presidente Gandolfi, il GM Di Brazzà e il genero del Presidente Vanello, gloria calcistica di Palermo e Inter, esperto in trattative.
Iniziamo con “tajut” vari, il tajut è un aperitivo del luogo un bicchiere di vino del Collio ovviamente bianco accompagnato da stuzzichini vari: tra gli altri, prosciutto di San Daniele e salame locale. L’aperitivo va avanti fino alle 13.30 poi (finalmente) ci mettiamo a tavola. Menù tipicamente goriziano : primo piatto con la Jota (una minestra di cardi acidi), poi il cotechino con rape bianche fermentate nella vinaccia; infine il dessert, la Gubana, una torta di noci e pinoli.
Non vi dico il numero delle bottiglie (direste che racconto balle…) che abbiamo bevuto fino alla fine del pranzo, attorno alle16.00… anzi no: pensavo fosse finita, però mi sbagliavo. Arrivano biscottini e super alcolici con in testa le grappe di tutti i tipi secche, morbide , con ramandolo. Ragazzi, i miei interlocutori si alternavano , avevo l’impressione che volessero prendermi in mezzo facendomi bere.
Stoicamente tiro le 19.30, chiudo la trattativa, ho in mano il nullaosta e loro agitano un bell’assegno, mi chiedono di festeggiare con una bottiglia, ma sventolo bandiera bianca. Non ce la facevo più. Cerco un telefono per chiamare casa Luzzato ( allora Laura e Roberto era fidanzati) per annunciare il trasferimento e Laura, oggi moglie di Roberto, mi dice “ Certo che ce ne avete messo di tempo!!!” .Me la sarei mangiata, ma ero già troppo pieno, tanto da saltare a piè pari il loro invito per cena.
Quella notte dormii a Villesse, dodici ore filate: non ero in grado di tornare a Milano..
Toni Cappellari