Torniamo in cucina per celebrare Massimo Pisa, che il 3 aprile esordisce in libreria con un successo annunciato, “Milano cold cases”, un viaggio tra i delitti perfetti e storie di vittime che ancora chiedono giustizia.
196 pagine, edito da Baldini Castoldi Dalai, il libro di Massimo e’ gia’ sulla “bocca di tutti”: ne leggerete sul numero di Aprile di Maxim, ma anche su GQ, Men’s Health” e tutti i quotidiani e le riviste specializzate.
Due bottiglie di Timorasso – i Derthona de La Colombera e di Walter Massa – ci hanno accompagnato in una serata come sempre conviviale e ricca di argomenti.
Accompagnati da “Wrecking Ball” (per Massimo 3 stelle e mezzo, per Pietro 3 stelle, per me numero 1) abbiamo consumato una buona cena, molto semplice.
Carne cruda e il consueto della salsa tonnata “che ti sta bene come il Loden a Mario Monti dice Hurricane Scibetta).
Rigatoni pomodoro, peperoncino, amalgamati alla Martella.
E poi la torta Colombera con cioccolato, croatina, nocciole e amaretti che ha convinto.
Pietro e Massimo suggeriscono l’aggiunta di un accenno ai frutti di bosco.
I vini: secondo lo scrittore Massimo Pisa il Timorasso de La Colombera ha svolto al meglio la sua funzione, risultando fragrante, piacevolmente fruttato, degna introduzione al piatto di entrata.
Merita i tre grappoli, due i grappoli assegnati al Derthona di Walter Massa, il padre del Timorasso.
Una replica a “Serata Timorasso per “Milano Cold Cases””
Serata molto interessante!
Condivido la passione per Springsteen, per il Timorasso e anche per l’ultimo disco.
Alla Colombera ci sono stato, non male. Massa non si discute ma ottimi anche Mutti (uno dei primi a credere nel vitigno) e Claudio Mariotto produttore del noto Pitasso.
un saluto
Massimo