Premessa: non avrei mai pensato di tagliare questo traguardo. Coi Blog ho sempre avuto poca pazienza e i social network si stanno mangiando tutto. Ma siamo qui, vicini a completare la Top 50 dei personaggi più importanti, potenti, succulenti a tavola del basket italiano, che è il nostro giochino per festeggiare questo traguardo.
Sono successe tante cose nell’anno di Basketkitchen, il posto dei baskettari gourmet. Non ho pensato solo a mangiare e bere (anche se ci ho pensato abbastanza, producendo risultati evidenti, rotondi), ho avuto modo di guardare il basket con occhi diversi, divertendomi a seguire tanti dei ragazzi con cui ho vissuto delle bellissime stagioni.
Ho gioito per la promozione in serie A di Max Menetti, che avevo scelto come assistente allenatore a Montegranaro. Ho esultato per i grandi risultati della Dinamo Sassari di Meo Sacchetti, Paolo Citrini, Ugo Ducarello, Drake Diener, che sono un po’ la mia famiglia baskettara. Festeggiato la promozione in serie B del Derthona Basket, che è stata la mia scuola, il mio appassionarmi per la pallacanestro, le mie piccole liti, ma sempre coi leoni nel cuore.
Ho seguito e seguo quasi tutti i giocatori che ho avuto: dico quasi, perché non tutti meritano di essere seguiti ancora. Non ne varrebbe proprio la pena. Sono felice che Romel Beck, il funambolo di Capo dOrlando, sia tornato un grande giocatore in Israele. MI diverto a vedere giocare Judson Wallace nel Barcellona (Euroleague) col passaporto congolese, così come mi sono divertito a vedere gli scampoli di Sammy Mejia (Euroleague) l’anno scorso al CSKA. Sono davvero felice della carriera di KLaudio Ndoja, che oggi è capitano di Brindisi: è partito con noi, lo prendemmo dalla serie B2. NIck Caner Medley (Euroleague) vola anche col Maccabi: era stata una gran bella pesca, peccato non averla sfruttata.
Dejan Ivanov ha coronato il sogno di giocare l’Euroleague con il LIetuvos e…mannaggia…dovevano farlo giocare un po’ di più, ma si è comportato bene. Kostas Vasileiadis….è Kostas Vasileiadis: un Califfo a cui devo chiedere ancora scusa per aver dubitato di un suo infortuno.
Ho visto giocare Marcus Vinicius, per tutti Marquinhos, alle Olimpiadi: chi l’avrebbe mai detto? E’ uno dei giocatori più forti che abbia mai avuto. Faccio notti per seguire i ragazzi della NBA: Tornike Shengelia, che non arrivò mai alla Sutor per la coglionaggine del suo agente che gli fece firmare un contratto doppio (….Shengelia is a player of Montegranaro. The deal is done and Valencia doesn’t have any right to talk about him. As soon as Shengelia will turn 18, letter of clearance will be issued by Georgian Basketball Federation. I guarantee this situation as I have cleared legally everything with FIBA Secretary General office… Shengelia will be coming in Italy as soon as Georgian NT games will be over. He’s biggest talent in Europe and it is great transfer for Montegranaro. I appreciate your co-operation and I’m sure that player will shine in your team. Thank you.Sincerely,Levan)
oggi è in fondo alla panchina dei miei Brooklyn Nets, questa notte impegnati contro i Phoenix Suns di PJ Tucker, l’uomo che ci ha dato una mano per trovare una salvezza rocambolesca.
Shengelia è stato solo una delle trovate trasformatesi in inculate prese nei miei anni in trincea: che dire del blitz confezionato da Vitoria e da Rade Filipovich con Dejan Musli, che non aveva mezza voglia di giocare insieme a noi? Eppure ragazzi, che talento: lo avete visto in Euroleague? Ha Dule Vujosevic, l’allenatore giusto per lui: adesso o mai piu’. INutile che vi parli di Greg Brunner, uno dei miei preferiti di sempre: dove lo metti sta, e fa sempre bene. MI fa però grande piacere vedere Ryan Toolson, un giocatore che abbiamo trattato malissimo, fare benissimo in ACB: grande squadra, grande contratto, bellissimo impatto, una sentenza da tre punti. E sono felice anche per l’allegra (ed esigente) famiglia di Kirksay, che si sta confermando uno dei migliori giocatori del campionato spagnolo. Che dire poi del libro di Simone Flamini, del secondo figlio di Tamar Slay: ce ne sarebbero tante altre ancora.
Sono stati, i miei, anni meravigliosi. Alcune cose sono andate bene, altre meno bene. Ho cominciato come scout a caccia di giocatori sconosciuti, spirito di servizio mi ha portato nel tempo ad allontanarmi dal campo e a dedicarmi a sponsorizzazioni, idee, una forsennata ricerca di fondi. E poi finisce che le cose che sapevi far meglio, diventano quelle che fai peggio: ma non perché i giocatori sono scarsi, ma perché ti allontani dal rapporto con loro, dalla loro quotidianità, dai loro problemi, e puoi aiutarli di meno.
Allora mi sono messo a caccia di nuovi talenti … in cucina, al ristorante e ho accettato prima la sfida di Side by Side, poi quella della Cimberio Varese, per ribadire che nel futuro di questo gioco ci deve essere spazio per l’idea, la voglia di innovazione La novità non deve essere guardata con sospetto ma con il sorriso buono che merita un calice di vino sincero. E il POZ in panchina…
BUON COMPLEANNO, BASKETKITCHEN!
Una replica a “Un anno di Basketkitchen”
Auguri! e COMPLIMENTI!