A dispetto del nome famoso, il Chianti Classico senese riesce a mantenere il suo fascino (quasi) incontaminato. Lo dichiariamo prima: non è una zona adatta a vegani, vegetariani, inappetenti e astemi. Nella zona di Radda in Chianti c’è il paradiso della “ciccia” (la carne) ed è per questo che i Ciccioni mannari – Veronica Deriu e Giuseppe Giesse Sciascia – hanno trovato il loro paradiso fra vigne e colline ma anche nei boschi della zona molto particolare (per intenderci, scordatevi le crete senesi o le dolci colline con i cipressi della Val d’Orcia, che pure amiamo) e a tratti selvatica. Radda si trova in una posizione strategica per raggiungere Siena, Firenze e in generale tutta la Toscana. Ma è bello perdersi nei paesini e nelle cantine vicine.
La zona è tranquilla, un vero buen retiro (pensate che anni fa anche mister Tiffany acquistò dei terreni e viveva in zona) e noi abbiamo scovato un agriturismo “bomboniera” a Radda in Chianti, Le Bonatte consigliamo di prenotare con largo anticipo perché la lotta per accaparrarsi un posto è dura) di Gioia Milani.
Diamo quindi tre dritte sui must della zona dove i baskettari gourmet troveranno pane – ma anche molto altro – per i loro denti.
A Radda in Chianti bisogna andare a Casa Porciatti , macelleria e bottega vi daranno il benvenuto appena arrivati nel centro storico del paese. Si crea subito una certa dipendenza. Chiedete di Luciano Porciatti: è una persona speciale da conoscere anche perché è un norcino chiantigiano doc e, come taglia lui la vera fiorentina, non la taglia nessuno (noi l’abbiamo comprata e ce la siamo portati a casa, insieme all’arista e tante altre leccornie).
Cosa trovate a Casa Porciatti? Salumi unici: uno fra tutti è il tonno di Radda, ovvero l’arista del maiale che una volta disossata e salata, viene aromatizzata con finocchio selvatico e pepe nero macinato. Divino anche il salame di cinta senese. Il conto è accettabile, sotto la media dei prezzi milanesi e la qualità non ha paragoni.
Cosa bere nella zona del Chianti Classico? Tutto. Ma va a gusti.
Noi questa volta abbiamo visitato il Molino di Grace, conoscevamo uno dei vini, il Gratius. Siamo andati nella vicina Greve in Chianti. Io, che subisco il fascino di arte e design apprezzo anche il fatto che in questa cantina ci siano opere d’arte, infatti il Molino è famoso per essere anche un piccolo museo a cielo aperto.
Abbiamo fatto un “viaggio” fra il Chianti Classico Riserva, Il Margone e Gratius. Il Margone fa parte della Gran Selezione ovvero le migliori uve della vigna con un affinamento di 30 mesi, uva che non possono essere acquistate e mischiate con altre come è consentito per la Riserva. Si tratta di una novità a cui si lavora da anni ma che è stata presentata lo scorso anno. La particolarità di questi vitigni è che crescono in un terreno ricco di galestro che conferisce una particolare acidità in modo che il vino possa invecchiare. Il Margone 2007 si è meritato 94 punti dal Winespecator.
Spostandosi di qualche chilometro nella frazione Volpaia bisogna fare almeno due tappe: una al Bar-Ucci da Paola Barucci detta anche miss Bruschetta do ve assaggiare le famose bruschette con i tipici condimenti toscani, una ribollita tradizionale doc e le torte caserecce, il tutto accompagnato dal Chianti Classico del Castello di Volpaia (che è attaccato).
Per un pasto più completo, consigliamo la cena, dall’altra parte della strada c’è il ristorante La Bottega gestito dalla sorella di Paola, Carla Barucci.
Suggeriamo la tartarre di chianina, replicare la ribollita oppure le paste fatte a mano con ragù di cacciagione o un ragù d’anatra. Il pezzo forte è ovviamente la fiorentina, spettacolare per qualità e taglio della carne. Tenera, cotta a regola d’arte. Lasciatevi un angolino anche per le torte caserecce che sono preparate dalle stesse mani – quelle della mamma – del Bar-Ucci. Consigliamo la tappa a Volpaia in primavera estate e, in generale con le belle giornate, per godersi il panorama sul colline e vitigni. Eccellente rapporto qualità prezzo, anche sulla carta dei vini il ricarico è modesto.
Veronica Deriu
Una replica a “L’enofascino del Chianti Senese”
Bellissimo articolo!
P.S. Ti abbiamo nominato per il LIEBSTER award sul nostro blog 🙂
http://missionegusto.com/2015/03/15/liebster-award-2015/