Le Final 8 tornano a Milano e non potevo esimermi. Ecco la guida per chi decide di abbinare alle partite qualcosa di più gustoso.La città è ricca di nuove proposte, nuove aperture, i locali si sono ripopolati dopo l ondata di Expo: si sono “riequilibrate” anche le zone, come era giusto che fosse.
Dalla colazione al bicchiere della staffa, ecco le proposte di Basketkitchen.
Federico Buffa mi ha parlato una sera del brunch della domenica di Isa e Vane in via Perugino, ci sono andato e mi sono subito innamorato del divanetto per il quale si sgomita letteralmente. Il Brunch vegetariano, è semplicemente da sogno.
Il panificio Davide Longoni in via Tiraboschi, poco fuori Porta Romana, da poco doppiato col progetto del mercato di Santa Maria del Suffragio, vi farà innamorare al primo appuntamento. Sono stato con Alessandro Mamoli proprio in Santa Maria del Suffragio e debbo dire che è proprio una bella idea. Aperto fino alle 23, croissant deliziosi, gelato naturale, pizza da sogno. C’è anche la pescheria.
Oggi tutti vanno pazzi per Pavè in via Casati.
Andateci per brioche centosessanta, con marmellata di albicocche al 160% prodotta con albicocche provenienti da 5 differenti origini botaniche. Oppure per la “rossa”, una brioche farcita con una marmellata di lamponi al 160% prodotta con lamponi provenienti da due differenti origini botaniche, coperta di streusel ai lamponi.
Prima di cena si comincia a La Cieca, gestita dal fratello di Mamoli, Lele, enoteca di riferimento per le mie serate milanesi. Ci sono stato ancora l’altra sera con Carlo Pizzigoni. State al gioco e scegliete un calice “alla cieca”: se indovinate di che vino si tratta, non pagate la consumazione. Fatevi dare un calice di Timorasso di Walter Massa. La sorella minore della Cieca, Pink, si trova in via Pier Lombardo. Gestita da donne con la passione del vino. Da quelle parti viale Montenero si è riempito di locali di tutti i tipi e tutte le regioni.
Per non stare troppo lontano dal Forum di Assago, rimanete sui Navigli.
Li c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Sono stato spesso con Alessandro Rossi al Vinoir, il posto con la migliore selezione di vini naturali in città.
Mi piace andare da Don Pietro in via Vigevano, per un calice alternativo al bancone con un panino gourmet.
E spesso ho passato la prima parte della serata al Rebelot, il tapas bar del Pont de Ferr.
Ma i tre posti dei miei anni ruggenti sono il Caffè della Pusterla, il caffè Cucchi (per il trancio al tonno della colazione ma anche l’aperitivo) e Viola in via Pavia.
Tutto a portata di mano: fermata Porta Genova e rumba fino a notte tarda.
Per cenare
Se vi piace il giapponese Yuzu in via Lazzaro Papi, poco distante dall’ufficio di Toto Ricciotti e Stefano Meller, è il mio numero 1.
È’ obbligatorio prenotare se si vuole provare la magnifica cucina giapponese di Yoko Matsuda: lei è bravissima, i tavoli sono 20, l’esperienza vale la visita.
Per la pizza, provate quella di Lievità in via Ravizza, di proprietà della famiglia di Salvatore d’Angelo. Ragazzi di basket e di talento che hanno conquistato tutti, compreso Visintin del Corriere che li ha proclamati i migliori della città.
Non c’è messicano più originale e migliore del Mercato Taco Bar in via Casale sui Navigli, quindi sempre a portata.
Ha superato pure l’esame di Meo Sacchetti e di suo figlio Tommy.
Della stessa famiglia anche i posti per i panini: Noodle Bar in viale Bligny e Burger Bar in via Sant’Eufemia.
È arrivata anche la torta di testo umbra, in viale Montenero: il posto si chiama PreTesto e gli abbinamenti sono davvero intriganti.
In viale Montenero c’è anche il Pizzetta, ragazzi di basket pure lì, per le pizzette al colo come si mangiavano una volta, guardando SKY Sport.
In piazza 24 maggio ricordatevi di Trita, sempre dei D’Angelo, per hamburger buoni e super abbondanti.
È sempre acceso il dibattito sulla pizza al trancio: io vado da Giuliano in Paolo Sarpi dopo il calice di vino alle Cantine Isola, finendo la serata da Otto, stessa via e stessa aria frizzante.
Non mi è dispiaciuta la pizza al trancio dei Monelli in corso di Porta Romana.
Alzando invece il tiro: Jaime Pesaque ha portato al Pacifico in Brera (siamo in via San Marco angolo Via Moscova) la sua idea di cucina peruviano asiatica. Questo il Perù ha avuto influenze asiatiche per oltre 500 anni. Jaime tiene tanto al suo concetto di ambasciata della cultura e dei sapori peruviani con influenze asiatiche. Andateci per il ceviche, asiatico
Anche da Wicky Priyan in Corso Italia si fa un’esperienza unica come raccomanda l’Avvocato Buffa: design e tante sorprese contenute nel menù a 85 ore con le scelte di uno che vi fa sentire a Bali.
Se amate la carne dovete provare il Carnicero di via Spartaco 31, diventato in breve il ristorante argentino più amato dalle celebrities.
Last but not least: Erba Brusca, a 5 minuti dal Forum. Chiedete la Pasta Mancini.
L’ULTIMO APPUNTAMENTO
Due opzioni per l’ultimo calice, entrambe griffate da Alessandro Misani: il Doping Club al The Yard, proprio dietro il Trita è in assoluto il mio posto preferito della città.
Fashion, viaggio e sport si fondono in maniera semplicemente magica.
I drinks sono pazzeschi, l’ambiente è irripetibile.
Dall’altra parte della città c’è il Radiobar, la terrazza del Me in piazza della Repubblica, grande vista per un sabato sera di livello.
Enjoy…
Una replica a “La Guida alle Final 8 di Milano ”
Sono capitato al Pacifico come “sostituto” della cena che mia moglie aveva organizzato con una sua amica. Ho detto “Why not?” Nonostante il sonno arretrato della trasferta Champions a Torino del giorno precedente e le 3 ore e mezza dormite.
Direi una decisione saggia, col senno del poi. Ceviche Asiatica super (scelta su consiglio del Maestro) ma buona anche quella Classica.
Molto buona anche la Palta de mar con avocado, polpo, gamberi e cappesante
Buono anche il tonno con la schiacciata di patate
Non male anche la cheese-cake di maracuja
Ottimo il vino Crestale, Saivignon del Garda
Conto da 130 euro
Torneremo sicuramente, magari chiedendo un tavolo più comodo e più largo