Cuochi olimpici almeno da podio

Problema numero uno: le cose servite all’aperitivo erano splendide. Dal forno sono uscite focacce meravigliose, che ho accompagnato con il pecorino dei Sibillini, l’olio di mignola del frantoio Natali, le “non sciroppate” de La Golosa e un nutrito mix di olive fritte, tartufo e vegetariane eccezionali.

Davvero beverina la passerina spumantizzata  di Poderi dei Colli che ha accompagnato un finger food marchigiano con cui ho fatto cena.

Già perché poi c’era anche la cena, quella vera: pecorino di Centanni ha sposato bene il salmone selvaggio con la gelatina alle alghe e la crema di finocchi e anice.

Simone Santucci seduto al mio fianco ci ha aggiunto il Granarijs, il Piceno di punta di Rio Maggio, per accompagnare l’agnello con il guanciale di porchetta brasata alla birra.

Infine il dessert con il Passito di Moncaro: lingotto al cioccolato Guanaja con cuore di mango e zenzero e crumble al pistacchio.

Tutto buono per una nazionale italiana che si prepara alle Olimpiadi con un road show di 9 tappe in tutta Italia, in cui le Marche restano un punto di riferimento essenziale: non solo dal punto di vista dell’ospitalità, ma anche e soprattutto di terra e prodotti sempre piu apprezzati.


  

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