Perchè Ricci Pescato & Fritto è la bottega più romantica del Conero

Da un anno in via Flaminia a Numana, la strada che si fa per arrivare al centro del paese, ha aperto un locale minuscolo, che è pescheria e bottega in cui si frigge il pesce fresco, che si può accompagnare con qualche antipasto, o qualche sugo pronto da portare via.

Si chiama Ricci Pescato & Fritto, ci lavora una famiglia intera, dal padre addetto alla composizione e alla pesa del fritto, alla moglie tuttofare e ai figli, una alla cassa e uno addetto alla frittura (le friggitrici sono tre e sempre tutte operative). L’idea di fondo è quella del papà pescatore e dell’evoluzione del concetto di pescheria, attraverso un cibo “facile” e goloso come il fritto misto.

Il locale è minuscolo e preso d’assalto: ci sono pochi tavoli all’esterno, un paio di sedute interne, ma dentro si mangia in mezzo alle code e non è un gran bell’affare.

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Fatta questa premessa, vi chiederete come sia possibile che io consideri Ricci Pescato & Fritto il locale più “romantico” del Conero, un luogo abbastanza ricco di scorci magnifici, colori indimenticabili e location da sogno.

Non si tratta ovviamente di una valutazione legata al posto in quanto tale, bensì alla magia della bottega in cui si entra, una piccola gemma in cui le interminabili attese per il vassoio di fritto misto non sono mai noiose, anzi quasi piacevoli.

E come può essere piacevole restare ore ad attendere 400 grammi di alici o sarde, calamari o totani, olive di tonno e merluzzo?

Il segreto è rimanere sempre davanti al banco del pesce, e pazienza se si trova attiguo alla stanza in cui si frigge (ma non c’è mai odore sgradevole da Ricci), ad ascoltare i racconti del padre mentre esprime la sua arte, quella di tagliare, sfilettare, pulire tutto il pesce, con umanità e simpatia. Un racconto continuo, quello che gli uomini di marketing si sono messi a chiamare storytelling, che spazia a 360 gradi e che ha sempre come protagonista il prodotto, il pesce, ed il lavoro nella sua accezione più nobile, quello della fatica e del saper fare.

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Ricci senior ti racconta di come sulla barca, anzichè dormire, si diverta a sfilettare le alici a fine pesca, quelle che restano impigliate nella rete. Ti spiega come si devono mangiare la canocchie fritte, e intanto mima il gesto dell’impugnatura. Ti rapisce con il racconto sui grancetti, i piccoli granchi dell’Adriatico, e di quando in America si trovò di fronte ai giganteschi granchi dell’Oceano, “ma i nostri sono più buoni e lo hanno capito anche gli americani quando gli ho fatto assaggiare i nostri”. Ti pulisce e taglia il merluzzo, soprattutto quando ci sono i bambini, tirando in ballo nonna  e suocera. E a fine pesata, emesso lo scontrino, aggiunge una manciata abbondante di prodotto, con generosità e sapienza: il cliente tornerà. E tornano tutti, il locale è ormai di culto.

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E mentre il suo racconto prende vita, cliente dopo cliente, continua la sua magica espressione di saper fare manuale, con il lavoro del pesce come un vero Maestro, dandoti cosi l’idea di trovarti di fronte a un artigiano d’altri tempi che ti serve come servirebbe i suoi figli, i suoi nipoti e i suoi amici.

L’altra sera, mentre rientravo a casa col mio carico di “pesci piccoli” e olive, ben consapevole che il mio metabolismo ha un rapporto super complicato con i fritti, riflettevo sul fatto che – per assurdo – potrei tornare da Ricci e starci per ore solo per vedere e ascoltare. Per certi versi, dopo uno spettacolo del genere, il cibo è quasi un optional, un di più.

Ricci è forse l’unico posto che io abbia conosciuto recentemente in cui è bello aspettare, anche a lungo, molto a lungo, e che provoca un leggero dispiacere nel momento in cui tocca a te. Significa che lo spettacolo finisce, che si interrompe l’ascolto, e che quel vassoio golosissimo che ti porti a casa chiude l’esperienza quasi religiosa col pesce che viene servito.

Quella di Ricci è una formula vincente così. Forse ci vorrebbe una versione più furba del fritto per smaltire un pò i tempi – esempio il cartoccio da passeggio come accade alle 5 Terre, sono certo che Numana ne sarebbe invasa – ma a un locale più grande io non ci penserei mai. Vorrebbe dire più personale e affiancare Ricci Sr. al banco, e sarebbe rischioso cambiare questa magia. Perchè il segreto sta in quel signore con la barba davanti a una vetrina magnifica di prodotto fresco che lui pesca di notte e racconta la sera dopo, mentre lo pulisce con amore e rispetto, solo in minima parte accompagnato da prodotto decongelato di ottima qualità: è un autentico mattatore, un Artigiano che apre il cuore prima ancora di solleticarti le papille gustative.

Un posto da visitare assolutamente e in cui ingannare l’attesa ti fa capire come l’unica strada percorribile sia quella di un rapporto diverso tra “ristoratore” e cliente, una strada di amicizia e collaborazione.

In questo caso con tanto romanticismo.

RICCI PESCATO E FRITTO
Via Flaminia 44/a
Numana
071 933 0145

 

Le foto sono prese dalla pagina Facebook del locale.

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