Il classico OT di inizio stagione quest’anno viene interamente affidato a chi ci capisce davvero: il mio amico graphic designer Mirko Carchidi analizza tutte le divise della serie A di basket. Non ci sono voti, almeno per ora, così nessuno si arrabbia.
Premessa: Fare delle cose belle e interessanti con tutti questi loghi non è per nulla facile, come tutti gli anni del resto, spesso è una gara a perdere.
Reyer Venezia



Erreà mantiene il suo classico taglio e l’iconico colore granata con inserti oro in cui campeggia un enorme leone di San Marco sul petto. Solite antiestetiche patch per gli sponsor. Lo scudetto prende chiaramente una posizione centrale per celebrare il campionato appena vinto ed anche il colletto è tutto tricolore, scelta esagerata ma tuttavia comprensibile. (foto Legabasket)
-> I campioni siamo noi.
Olimpia Milano



La maglia dei sempre favoriti fa gola a molti, quindi la scelta di ordine e simmetria per lasciare spazio a tutti è piacevole e non da tutti. La scelta di alternare pieni e vuoti tra nomi e numeri sulla schiena funziona ma la linea trasversale sotto al numero è di troppo.
-> Su quest’ultimo aspetto, Giorgio fai qualcosa.
Aquila Basket Trento

La grafica nella parte bassa è interessante ma la stilizzazione dell’aquila sul fianco mal si integra con il resto degli elementi. Anche qui abbiamo molti sponsor da posizionare, non sono un amante delle patch e quindi avrei preferito (come succede per Dolomiti Energia e AIL) i loghi in negativo sulla versione nera, oltre al fatto che non c’è ordine e le spaziature sono ridotte, quindi il risultato non è armonico. (foto Legabasket)
-> Golden ratio on my mind.
New Basket Brindisi


Come lo scorso anno piace molto la scelta estetica di evitare grossi elementi e limitare la grafica ai fianchi in modo da lasciare pulito lo spazio centrale per gli sponsor. Quest’anno però non ci sono scuse per non aver utilizzato la font Mandatory della lega, se ci sono delle regole (per quanto non condivisibile come il possesso alternato) vanno rispettate. (foto Legabasket)
-> Fate quel che dico non quel che faccio.
Auxilium Torino


Trovo pulizia, armonia, colori iconici (gran bel giallo, gran bel blu) e semplicità assoluta. Forse troppa. ll logo del main sponsor è proprio grande, così però sembra un pò una patacca, soprattutto sul giallo. Tornare ai tempi delle felpe non sarebbe poi così sbagliato (foto Legabasket)
-> Citofonare Lapo
Dinamo Sassari



Bene la riga verticale che aiuta a posizionare in maniera ordinata tutti gli inserzionisti e i loghi, anche se i due centrali si potevano fare più piccoli senza perdere in leggibilità ma aiutando ad avere migliori spaziature. I quattro mori si sarebbero potuti spostare sulla spalla e la maschera dei giganti sulla schiena è in grigio. Perché? (foto Legabasket)
-> manca un soldo per fare una lira
Orlandina Basket
Già solo che sul sito ci sia un articolo apposito che spieghi le scelte fatte per le divise di gioco dimostra che a Capo sono sempre uno step avanti rispetto al resto della ciurma in questo campo.
La punta della spada sulla spalla è un filo troppo profonda, andando a toccare il logo della lega e forse il main sponsor sarebbe stato preferibile in orizzontale, cosa che avrebbe aiutato a posizionare gli altri loghi più lontano dal pantaloncino.
-> Avanti miei prodi
Leonessa Brescia


Sempre bello il tono di blu della versione Away. Anche qui tanti loghi e tanti colori arlecchino, un’immagine in angolo in tono su tono che non è chiaro cosa rappresenti ma in fondo una disposizione piuttosto razionale degli elementi. (foto Legabasket)
-> Less is more
Pallacanestro Reggiana


Basica, il che non è sempre un male, a parte lo sponsor principale, gli altri sono un po’ sacrificati. I loghi tra parte inferiore della canotta e superiore degli shorts sono un pò pasticciati, ci si capisce proprio poco. Inizialmente i numeri erano in una font fuori regole, per quanto questa sia una regola all’italiana, poi sono stati sistemati. (foto Legabasket)
-> Rebulding totale
Pallacanestro Varese

La divisa a strisce verticali stile Olympiakos è un gran passo avanti rispetto a quello visto negli ultimi anni con la patch sul petto per il main sponsor. Forse le righe si potevano fare un filo più larghe in modo da migliorare le aree di rispetto intorno ai vari loghi
-> Che gli dei ti siano propizi
Victoria Libertas Pesaro


Bello il taglio e la grafica in dissolvenza tono su tono. In società probabilmente non saranno contenti di avere uno sponsor solo di maglia che per altro ha una posizione secondaria, ma così il logo Victoria Libertas prende tutto il petto e l’estetica ne guadagna un sacco.
-> Fieri, nobili e valorosi
Pallacanestro Cantù


In definitiva non dispiace l’utilizzo di due toni di azzurro, la v al centro del petto appare però troppo evidente e la sua forma stona con lo sponsor. La scelta degli elementi in contrasto rosso è legata probabilmente alla sponsorizzazione e sacrifica la leggibilità. Forse un colore in meno sarebbe stato preferibile.
-> cadere è permesso, alzarsi è obbligatorio
Virtus Bologna


Anche la Virtus abbina un comunicato stampa alla presentazione delle divise raccontando i concetti chiave su cui si è puntato. Bello il richiamo alla storia su una divisa pulita e lineare. Anche loro però hanno scartato la font ufficiale. (foto Legabasket)
-> Back home
Scandone Avellino


Meglio il verde più scuro dello scorso anno, il tentativo di spezzare la monotonia è stato affidato a due graffi semicircolari sul petto che ricordano i segni sul pallone che però non danno nulla di più. Ma nel complesso c’è una buona pulizia e una gradevole leggibilità
-> si può dare di più
Pistoia Basket


Si legge quasi tutto, a parte lo sponsor rosso su rosso nella divisa away. Solito richiamo alla città ben riuscito con gli scacchi laterali ma perché non provare ad esagerare per una volta?
-> Vogliamo Bilic, Boban e Suker
Cremona


Quell’azzurro è il colore più bello di tutta la serie A, super vintage, lo sponsor di maglia cannibalizza gli altri ma in definitiva è una bella maglia, senza strafare. Anche la gialla di scorta non è male. (foto Erreà/Legabasket)
-> Celeste nostalgia