Birre Artigianali a Milano: la SuperGuide di Riccardo Telesi

Un lungo viaggio alla scoperta dei migliori locali milanesi specializzati nello spillare birra artigianale. Il nostro esperto coach Riccardo Telesi apre con Birrificio Lambrate un viaggio davvero speciale…Buon divertimento!

Il locale che ha scritto le pagine fondamentali della Birra Artigianale a Milano ed in Italia, attivo dal 1996, ha la sede storica in via Adelchi (dove c’è anche la produzione, ben in vista sin dall’entrata), una traversa buia di viale Porpora.

Pub “da battaglia” sempre pieno al limite della capienza, pochi posti a sedere (per mangiare è meglio prenotare …), ressa al bancone per ordinare una pinta (ben 11 spine disponibili), musica spacca-timpani, fauna variopinta ma innocua ad affollare la stradicciola antistante.
Apre alle 18 abbondanti con l’Happy Hour per eccellenza (mangi tanto, bene e paghi solo la birra), dalle 20 fino alle 23 puoi gustare piatti “da pub” (un must il cosciotto di maiale cotto nella loro birra, imperdibile lo stinco, ottime anche le lasagne e gli spezzatini vari), fino a chiusura trovi invece panini e taglieri di grande qualità.

Da poco più di un anno è stato aperto anche il fortunato fratello in via Golgi 60, all’altezza di via Bassini, piena zona universitaria (aperto anche a pranzo), 10 minuti a piedi da via Adelchi.
Qui i posti a sedere sono più del doppio (ma anche qui è consigliato prenotare per cena), il banco arriva a ben 19 spine, ma quello che lo caratterizza maggiormente è la cucina a vista.
Il punto forte è infatti la ristorazione “birraia”, che spazia giornalmente da pietanze “classiche” (risotti, tagliata, goulasch, ecc …) a proposte più ambiziose di cucina alla birra (filetti in crosta, piatti etnici rivisitati, ecc…), grazie allo Staff di alto livello dietro i fornelli.
Dopo le 23 la scelta vira verso proposte più veloci, come le Tapas, i sandwich con pane alle trebbie, oppure all’interessantissimo Golgi Burger (carne ottima ed abbinamenti audaci).
Ma se andate al Lambrate solo per mangiare senza provare le loro birre, allora lasciate perdere … 😉
Partite con i grandi classici, ovvero la Montestella (bionda poco alcolica, beverina, dal deciso sentore erbaceo del luppolo), la Lambrate (rossa mediamente alcolica, forse la loro birra più dolce), la Santambreus (bionda ad alta gradazione, buon bilanciamento tra il secco ed il dolce), la Porpora (rossa fortemente alcolica ma pericolosamente beverina, dai forti sentori caramellati), la Domm (una simil-weizen ma più pulita e meno stucchevole) e la Ghisa (nera ma leggera, dal deciso carattere affumicato, per cultori del genere).
Se siete fortunati di trovarla disponibile ancora a Febbraio, dovete assolutamente ordinare quel capolavoro della Brighella (uscita in occasione del Natale), ambrata fortemente alcolica, dal formidabile bouquet di spezie e con quel finale zuccherino che la rendono una birra avvolgente, riscaldante, ideale per il dopo-pasto (ma anche con la carne con ci sta affatto male …).
Per tornare invece su birre da bere “a secchiate”, più in stile Anglo/Americano, fatevi spinare un’ Ortiga (bionda leggera dall’amaro deciso, nel finale un tripudio di erba appena tagliata) oppure una Ligera (lievemente ambrata dalla bassa gradazione, una nota caramellata ad accompagnare una secchezza pungente), oppure aspettate la tarda primavera perché sia in rotazione la Dragoverde (meno di 4°, secca ed agrumata come una spremuta di mandarino).
RICCARDO TELESI – 1, CONTINUA

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