Per una volta, chiamatelo Soccerkitchen. Trasferta calcistica in quel di Udine – dove però fino al 2011 il basket d’elite c’era eccome, griffato Snaidero – e segnalazione doverosa per l’Antica Trattoria di Molin Nuovo. Si trova appena fuori Udine, in via Cividina nella frazione di Molin Nuovo all’interno del comune di Tavagnacco: per gli esperti, o per coloro che sono degli habitué della zona, le coordinate ricorderanno quelle della più celebre Trattoria Sguazzi. E infatti, sul biglietto da visita appare: “Antica Trattoria di Molin Nuovo, già Sguazzi”, come per le vie storiche che cambiano nome. Il viaggio verso Udine era cominciato proprio così: «Ho prenotato da Sguazzi anche se non è più come una volta, con il cambio di gestione è peggiorato» ci disse un collega che da sempre nelle trasferte udinesi pranza o cena lì. Personalmente, mancavo da Udine da qualche anno e l’ultima volta da Sguazzi risaliva al 2008, con un ricordo tutto sommato positivo. Una volta sul posto scopriamo che è cambiato il nome, che non è cambiata la cordiale signora che serviva in sala e che è cambiato il livello del ristorante. Ma, sorpresa, è cambiato in meglio.
Pronti, via e ci viene offerto un piccolo piatto di benvenuto, una fetta tonda di pane al nero di seppia che fa da letto a un assaggio di baccalà mantecato, guarnito con dadini di pomodoro. Squisito, tanto da adocchiare sul menù (dove il pesce è presente in forze e con ricette interessanti, anche se noi siamo andati tutti sulla carne) se fosse uno dei piatti proposti dal ristorante per poterlo ordinare.. Poi, la scelta dei piatti: tutti ci orientiamo su antipasto+primo o antipasto+secondo. Gli antipasti si rivelano uno spettacolo: io opto per un classico della zona, prosciutto di San Daniele e lardo di Sauris Che accompagnati col pane («fatto da noi, così come i cracker», sottolinea la signora che serve in sala) sono una prelibatezza. Davvero niente male anche la manzetta prussiana, servita con una dadolata di verdure, ma lo spettacolo vero è il piatto scelto da uno dei nostri amici: prosciutto di capriolo cotto sotto cenere con spuma di fagiano. Servito con una marmellatina di mele, il mix di sapori è semplicemente clamoroso: un piatto che ha incuriosito, stupito e deliziato tutti. Plebiscito per chi ha scelto i primi: gli spaghettoni al ragù di cinghiale, scalogno e pere, ampiamente promossi da tutti coloro che li hanno scelti.
Un classico del locale, fin dalla passata gestione, è la grigliata di carne (la griglia è sempre ben tenuta e di livello): anche stavolta non si smentiscono, con una chicca, la tagliata di Pezzata rossa, semplicemente sensazionale per gusto e morbidezza. Tutto buono e cotto a dovere il resto: pollo, costine di maiale e salsiccia. La carne viene servita con alcune verdure grigliate, della polenta e un assaggio di maionese. Causa tempo – erano le 14 e lo stadio Friuli dista una quindicina di minuti – non abbiamo potuto concentrarci sui dolci, mentre per quanto riguarda il vino abbiamo scelto il rosso della casa: arriva in bottiglia verde, senza etichetta, come un qualsiasi vino imbottigliato e presente nelle nostre cantine. E’ un rosso delicato, con sapori fruttati (ciliegia) che si sposa alla perfezione con i piatti proposti. La spesa, comprensiva di caffè e grappe che vale la pena assaggiare, è sui 30-35 euro. Davvero ben spesi.
Alessandro Mossini (Corriere di Bologna)