L’amico Lorenzo Governatori in missione a Vinitaly. Le esperienze e le sensazioni di un giovane alla scoperta del vino. Un racconto da bere con calma, gustando le emozioni per scoperte, assaggi, incontri. E da leggere con attenzione, perché c’è un sacco di marketing nel pezzo di Lorenzo. Dal prodotto allo stand passando per le etichette, le bottiglie e i temi scelti da alcuni degli espositori.
Doverosa premessa: non sono assolutamente un esperto di vini, e come tale ho partecipato a Vinitaly principalmente per emozionarmi.
La conseguenza, è stata che ho passato più tempo ad ascoltare le storie che ci sono dietro i nomi e le facce degli espositori, che ad assaggiare i loro vini. (NDR: senza volerlo, Lorenzo, hai centrato in pieno lo spirito di BK. Raccontare le persone e i posti, le storie che sono dietro a un progetto) .
Se vi dovessi dire cosa mi ha colpito più di tutti, vi farei senz’altro il nome di Capezzana: producono vino a Carmignano in provincia di Prato dagli inizi dell’800; ma non 1800…proprio 800 D.C come campeggia sul loro sito web (http://www.capezzana.it/index.php/it/).
Ho avuto l’onore di essere accolto nel loro stand e di fare una ” verticale” del loro pezzo forte: il Trefiano, dal 2012 (che sarà in commercio alla fine di questo anno) al 1983 in sei bottiglie.
La cosa che però mi ha catturato, è come la cantina (appartenente alla nuova generazione dei conti Contini Bonacossi) sia valorizzata anche come luogo di incontro e di formazione; oltre alla classiche degustazioni e visite in cantina, la Capezzana ospita il “wine and Culinar Center”: corsi di cucina in cantina per tutti coloro che sono alla ricerca di eccellenze culinarie.
Per non farsi mancare niente, fanno parte dell’associazione “donne del vino”. La loro vision? “Siamo un’azienda, ma prima di tutto una famiglia”.
Segnalo anche l’originalità che ho incontrato in alcuni stand.
Ho amato tantissimo ad esempio la scelta dell’azienda agricola Pezzuoli di Maranello, di impostare tutta la propria esibizione in chiave Ferrari: dal bancone ricavato da un motore di una vecchia Testarossa, alle bottiglie inserite apposto dei cilindri.
Le etichette (in edizione speciale “per gli amici” come riportato nel collo della bottiglia) realizzate dal figlio del proprietario, non sono da meno in termini estetici.
E’ stato bello anche vedere qualche azienda puntare sui colori, soprattutto in zone come quelle del Franciacorta caratterizzata da stand tendenzialmente “bianchi e neri”.
Su tutti, segnalo la cantina Ferghettina di Adro dove la responsabilità di allestire lo stand è ricaduta sulle nuove leve della famiglia (scelta azzeccata), la cantina Rotaliana in Trentino, l’Iglù di legno della Corte Aurea,
le etichette dei poderi Marini (disegnate dal pittore Pablo Echaurren), e naturalmente le splendide bottiglie della cantina Ceci, che con il loro pluri-premiato lambrusco “Otello“, mi hanno offerto la mifliore combinazione tra buono e bello provata durante la manifestazione.
Dulcis in fundo, sotto l’aspetto culinario sono stato letteralmente rapito dall’odore e dal sapore della Cipolla Ramata di Montoro in Irpinia, di cui non avevo assolutamente mai sentito parlare.
Ho avuto il piacere di assaggiarla partecipando ad una degustazione con alcuni proprietari di prodotti tipici della zona, fra cui tre fantastici ed intraprendenti giovani che hanno presentato i loro vini: un Fiano di Avellino, un Aglianico del Portello, ed un vino aromatizzato con foglie di amarena Don Fà.
Il pezzo forte della degustazione a mio avviso però (non me ne vogliano i produttori dei vini appena citati), era il fusillone trafilato al bronzo con genovese di cipolla ramata dell’azienda agricola Gaia. Avendo avuto a disposizione qualche minuto per parlare col produttore della cipolla ramata Nicola Barbato, ho notato nell’etichetta un particolare altamente insolito per un prodotto della terra: un QR CODE.
Scannerizzandolo, sono stato rimandato ad una pagina web dove erano presenti tutte le caratteristiche organolettiche della cipolla che stavamo mangiando. Il progetto, a cura dell’Istituto Zooprofilattico Campano, si chiama “QR Code Campania, è stato già presentato allo scorso Expo di Milano, ed ha visto Gaia essere la prima agricola ad aderire allo stesso.
Accanto a tutto questo, non posso assolutamente non citare lo splendore della Terrazza Marche, e del fantastico buffet preparato dallo Chef stellato Errico Recanati (Ristorante Andreina, Loreto)
Lorenzo Governatori
Foto di Maria Chiara Ruggeri
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