La seconda parte del meraviglioso viaggio di Damiano Franzetti tra le 16 birre artigianali della serie A parte da Avellino.
Avellino – Maltovivo – Con una dozzina d’anni di esperienza alle spalle, il Birrificio Maltovivo rappresenta una delle certezze della Campania e dell’intero Sud Italia. Per questo motivo ci permettiamo di abbinarlo alla Scandone nonostante la sede – in origine posta a Capriglia Irpina – sia ora stata spostata nella vicina provincia di Benevento, a Ponte.
A guidare la sala cottura Luigi Serpe, che da ormai parecchi anni regala autentiche chicche agli appassionati, anche con stili non proprio comuni (un esempio? La robust porter Black Lizard o la kolsch Tschö). Aggiungiamo qui – vista la segnalazione di un lettore – anche il Birrificio Ventitrè (numero che per il basket è tantissima roba…) di Grottaminarda, sperando di valutarlo presto di persona.
Dove bere: nessun dubbio, perché in provincia di Avellino, ad Atripalda (dal Paladelmauro ci si arriva in una manciata di minuti), si trova uno dei più importanti locali italiani per quanto riguarda la birra artigianale. L’Ottavonano è probabilmente il “numero uno” a Sud di Roma ed è una meta imperdibile per gli appassionati.
Bologna – Vecchia Orsa – Basta dire “San Giovanni in Persiceto” e il collegamento con la pallacanestro è fatto. La cittadina alle porte di Bologna ha dato i natali a Marco Belinelli (che come tutti sapete ha giocato per entrambe le squadre della “Dotta”) ma ospita anche la bella esperienza del Birrificio Vecchia Orsa, trasferitosi qui da Crevalcore dopo il terremoto del 2012. Vecchia Orsa è un produttore speciale, non solo perché fa birre assolutamente valide (mi segnalano, in particolare, la blanche “Ideale” ma anche la saison “Utopia”) ma anche perché da sempre consente l’inserimento lavorativo di ragazzi con disabilità. Un progetto attivo da anni e applaudito in tutta Italia.
Dove Bere: il locale (valido) di riferimento in città è il Ranzani 13, adatto anche per gruppi numerosi. Noi puntiamo però su un’alternativa più piccola e meno conosciuta e cioé sull’Harvest Pub di via Montello: è gestito proprio da un ex birraio di Vecchia Orsa, è bandiera storica del movimento artigianale e, cosa che non guasta, propone una cucina molto interessante.
Cantù – Birrificio Italiano – Altro che “Brianza velenosa”: tra comasco, monzese e alto milanese sono tanti i produttori di alto livello. Non scegliamo forse quello più vicino a Cantù, ma puntiamo su un nome storico ed eccelso (lo amiamo anche noi varesotti, anche se è in provincia di Como per qualche chilometro), il Birrificio Italiano. Tra Lurago Marinone (prima sede, dove c’è il pub) e Limido Comasco, la sapienza di Agostino Arioli ha dato vita a un birrificio che da vent’anni sa stregare anche tanti stranieri, anche quelli per cui la birra è da secoli una ragione di vita. E più va avanti, più Ago ama sperimentare anche se la Tipopils resta LA birra. Tra le più moderne, Asteroid e Nigredo meritano senza dubbi.
Dove bere: chi da Cantù si sposta nel capoluogo lariano ha a disposizione sia l’enorme Birrificio di Como (con produzione propria), sia il più ricercato Birratrovo dove ci sono tante proposte di alto livello.
Caserta – Karma – Ci spostiamo di una trentina di chilometri a nord del PalaMaggiò per trovare, in quel di Alife, il Birrificio Karma, probabilmente quello più noto e attivo del Casertano. Grazie alle intuizioni e alla bravura di Mario Cipriano, al Karma nascono svariate birre tra le quali spiccano quelle brassate con ingredienti speciali, alcuni dei quali legati a prodotti del territorio.
Dalla Centesimale, con le mele annurche, alla Sumera dove si utilizza il farro fino alla Radica che prevede l’uso di radici di liquirizia, zenzero e genziana. Insomma, la fantasia da queste parti non manca…
Dove bere: torniamo nella città della Reggia per sollevare qualche boccale interessante. Lo possiamo fare a “La Quinta Pinta”, locale giovane che tra le altre cose – nel nostro caso è fondamentale – permette anche di assistere alle partite della Juve (Caserta, of course) trasmesse in televisione. Cantina con buona proposta di artigianali italiane e grandi classici stranieri, beershop e luogo dove è anche possibile mangiare. En plein.
Venezia – BAV – Non abbiamo dubbi sul birrificio da segnalre in “zona Laguna”: andiamo sul sicuro con BAV, il “Birrificio Artigianale Veneziano” che ha sede a Martellago e che anche in tempi recentissimi ha ricevuto menzioni sull’ultima edizione della guida Slow Food.
Ben tre le birre che sono state sottolineate in questo caso: la Ipa Strike, la oatmeal stout Dingo e la Matrioska, una russian imperial stout maturata in botti da whiskey. Insomma, varietà e fantasia non mancano, qualità neppure.
Dove bere: per un dopopartita comodo, restando quindi non lontano dal “Taliercio” si potrebbe fare un salto al BEFeD, catena che a Mestre ha ristrutturato un edificio suggestivo a ridosso dei canali e che produce birra propria. Ma dalla Serenissima ci segnalano anche il PalaPlip di via San Donà a Mestre (sede anche di alcune serate dedicate alla storia della Reyer) oppure – per non andare troppo lontano dal palazzetto – lo storico pub “Il distributore”.
B.A.V. sarà a Milano il 3 maggio durante il consueto appuntamento del primo martedì del mese in via Solferino 56 con “Il Birraio in Salotto”.
Arriverà apposta per l’occasione da Martellago (entroterra veneziano) Rudy Liotto, non solo il frontman della squadra B.A.V. ma anche colui che nel 2010, in veste di birraio, ha avviato l’impianto di produzione del Birrificio Artigianale Veneziano. Il primo birrificio nato in provincia di Venezia.
Tre birre in degustazione come sempre gratuita.
L’appuntamento è a partire dalle ore 21, 21.15 (ma per chi vuole anche prima!).
Per info e prenotazioni: 02 6597758
2- continua
Damiano Franzetti