La Pasta di Mancini si veste di nuovo

Massimo Mancini ha già fatto il giro del mondo per presentare tutte le novità del suo Pastificio. A partire dal nome: Mancini Pastificio Agricolo in qualche modo “rimpiazza” Pasta Mancini, ma poi c’è tutto il resto. La vetrina di Taste a Firenze (da sabato a lunedi) svelerà anche al “grande pubblico” questo nuovo percorso di una Azienda che dal suo campo di grano non finisce di stupire. Propone, reinventa, ripropone, cambia: e se è nei cambiamenti che troviamo uno scopo, da Monte San Pietrangeli (FM) arriva forte e chiaro il segnale che non bisogna mai fermarsi. Anzi: è quando sei all’apice del successo che conviene tornare a riflettere sui propri valori originari, sui propri codici.

Di questa cosa ho parlato a lungo con i miei amici Giorgio e Mitch, aficionados di Pasta Mancini, anzi di Mancini Pastificio Agricolo, e non potevamo esimerci dall’affidare proprio a Mitch – noto graphic designer – un’analisi su tutte le novità dal mondo Mancini.

fusilli

Lo storico dell’azienda e il suo costante lavoro per riposizionarsi sul mercato hanno indotto la direzione ad optare per un restyling del brand.

Il cambio di naming dona una connotazione più contadina, racconta il contatto con la terra e il lavoro che porta ad ottenere un prodotto di alta qualità ma soprattutto genuino. Questa vicinanza con l’elemento base è espresso anche dalla cromia utilizzata per logo e testi sulle confezioni. Una via di mezzo tra il marrone della terra e l’oro del grano.

Interessante la logotipizzazione del marchio di qualità “buona pratica agricola”.

Le confezioni acquisiscono una fustella più vicina al mercato ma anche in questo caso non mancano le novità.

Mantiene il campo bianco che restituisce assoluta pulizia e modernità rendendo la marca immediatamente diversa e riconoscibile a scaffale. Il brand in posizione dominante sulla confezione è il primo ed unico elemento di grafico, a parte le specifiche e il marchio di qualità, il che rende il layout di sicuro appeal.

Altro elemento da sottolineare è il materiale di realizzazione. C’è un’alternanza di film trasparente per la finestra e di carta per il corpo del sacchetto. L’effetto ottenuto è in totale dissonanza con la concorrenza perché la carta scelta è opaca quindi l’assorbimento della luce sull’opaco e la riflessione e la rifrazione della luce rende il prodotto che si vede dalla finestra evidenziato e luminoso colpendo l’attenzione del potenziale cliente.

In sostanza l’Azienda, dopo essersi spremuta nella sostanza per ottenere un prodotto dalla qualità tanto elevata da essere nelle dispense di molti chef e dei migliori negozi in giro per il mondo, si dimostra attenta anche alla forma per avvicinare i food lovers. E siamo certi che a questo seguiranno altri passi importanti ed innovativi

 

Grazie  a Mirko Carchidi

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