Le serate perfette esistono, eccome se esistono. Venerdi sera da Damiani e Rossi a Porto San Giorgio Veruska ed io ne abbiamo avuta un’altra conferma, tirati dentro da Paolo Concetti di Slow Food e Raffaele Vitali de La Provincia di Fermo Punto Com, per una cena degustazione sontuosa, officiata da Aurelio Damiani e accompagnata dai vini di Cantina dei Monti.
Una splendida tavola, completata da Tito Vagni e Signora, per un convivio speciale.
Damiani e Rossi non ha certo bisogno di presentazioni. Stellati a parte e incrociando i pareri di tutte le Guide è tra i primi 5-6 posti in cui mettere le gambe sotto al tavolo in questa Regione. Quest’anno tra l’altro è arrivato un altro riconoscimento di prestigio, ben segnalato all’ingresso.
Cantina dei Monti fa vini “tedeschi” a Monte Rinaldo da vent’anni. L’idea della serata nasce quando Helmut e Sylvia, abituali frequentatori della Trattoria, “confessano” a Aurelio la loro grande passione per il vino, raccontando la storia di una produzione che da uso famigliare si è allargata a 13 ettari.
E’ stato Helmut Kindermann a raccontarcelo nell’unico intermezzo di una serata riuscitissima anche per questo: zero autocelebrazioni, pochi fronzoli, mai un momento di noia. Bravissimi.
Il come, Helmut ce lo ha raccontato però merita una parentesi, che vi condenso così: comprano una casa colonica da ristrutturare a Monte Rinaldo, “malauguratamente” si accorgono che alle spalle sopravvive un vitigno a cui ridanno vita. Iniziano a fare il vino di casa mischiando tutto, poi ci prendono gusto e separano il bianco dal rosso. Quindi arriva l’occasione per prendere altro terreno, comprano un libro (testuale) e ampliano la produzione. Passa qualche anno e aggiungono terra, comprano un altro libro e passano a regime biologico EU-Bio e biodinamico di Demeter. Chiaramente Helmut ci ha ricamato sopra, ma di una cosa potete essere certi: vini strani come i loro da queste parti mica li trovate.
Con 8 euro prenotate visita alla cantina, passeggiata tra i filari, degustazione di vini naturali e soprattutto l’incontro con Persone che hanno una grande storia da raccontare.
Damiani ha messo in carta il Casacce, un bizzarro bianco da uve Verdicchio che ha accompagnato gli antipasti. Provate a immaginare un “sidro” di Verdicchio alla tedesca, per intenderci.
Il Rosarum da uve Syrah in carta non ci è finito, ma a me è garbato. Un succo di ciliegie mature, bello rosso, profumato, mi ha ricordato certe cose dei miei amici di Cà del Conte.
Il Dante (2011) è un Rosso Marche da uve Gaglioppo: 100% Gaglioppo a Monte Rinaldo? Si può fare, citofonare a Helmut. E’ finito in carta, ha struttura e coerenza: i tre vini ci hanno portato realmente nello stesso posto, facendo percorrere la stessa strada.
Il Convivio poi ha fatto la differenza: nelle mie corde ho più la compagnia che il naso, amo l’esperienza e non sono un esperto.
Veniamo ai piatti.
Brandade di Baccalà e patè di olive nere al profumo di arancia.
Vabbè, sul ponte sventola bandiera bianca. La sfida col baccalà è impari. Qui Aurelio Damiani mi ha fatto tornare bambino, quando mangiavo i crackers col patè di olive di Polla (che è ancora nel mio frigorifero) e per gli altri crackers svuotavo i tubetti con schifezze golosissime di tonno, salmone e porcate del genere. Qui c’era una roba da orgasmo che chiamava il cestino del pane.
Calamaro “Cacio e Pepe” con erbe spontanee saltate all’aglio fresco.
Cottura del calamaro sontuosa Equilibrio del cacio e pepe perfetto.
Risotto agi asparagi di bosco mantecato all’uovo di aglio orsino.
Non so onestamente che dire. L’ho mangiato tre volte. Per chi mette la combo uovo e asparagi ai primi tre posti dei piaceri della tavola, questa è una delle portate della vita. Piatto ricco, mi ci ficco.
Agli astanti sono toccati poi i maccheroncini di Campofilone al ragù della tradizionee piselli, quindi il capocollo di maiale in dolce cottura, aromatizzato alla paprika affumicata con patate novelle arrostite.
Con la solita cortesia nei confronti del rompiballe di turno, a me sono arrivate i maccheroncini con i frutti di mare e una spigola defatigante mai cosi agognata.
Gelato al basilico con pomodoro candito e ricotta stagionata.
Ma che roba era il pomodoro candito, vogliamo parlarne?
Non potevamo esimerci dalla foto di rito finale.
Serata perfetta, grazie.
Gianmaria Vacirca
DAMIANI E ROSSI
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