L’altra sera siamo usciti da Rimessa Barrio (a San Benedetto, locale da circoletto rosso) con due bottiglie di Daniele Ricci, che fa vini artigianali a Costa Vescovato.
Ho iniziato la solita spiega, e cioè che i vini di Terre a me carissime sono tipo i piatti del buon ricordo, quando li trovo … o li bevo … o li porto a casa. Dove poi rischio di non aprirli, perché il Timorasso lo devi aspettare, curare, deve farsi desiderare.
Venerdì pomeriggio si sono aperti i banchi d’assggio del primo di due giorni di un grandioso evento dedicato al Derthona, con i ristoranti della zona, che al Timorasso dedicano un menu. Ci sono posti che fanno davvero grandi cose e che vale la pena provare. Ho chiesto a due Amici giornalisti che amano profondamente questo Territorio a me caro di raccontarmi del loro innamoramento.
Lo hanno fatto con generosità e dolcezza. Il primo è Piero Guerrini, grande firma dello sport italiano, caposervizio di Tuttosport.
“Per noi torinesi, abituati a girovagare per Langa e Monferrato e a vivere di Nebbiolo in ogni sua declinazione, Barbera, Dolcetto e altri atutoctoni (ebbene sì, noi i più fortunati al mondo, convinti come siamo che persino i francesi di Borgogna ci possano lustrare con garbo le scarpe), ebbene per noi torinesi il tortonese oltre che uno scioglilingua è un po’ troppo in là, difficile da raggiungere, più vicino a Liguria e Lombardia. Soprattutto nel pensiero. E Derthona era una squadra di calcio relegata nelle pagine secondarie dell’album Panini nella nostra giovinezza a base di figurine e partite per strada o negli oratori. Insomma, trascurabile. Fino a che Walter Massa non ha mostrato al mondo il tesoro alimentato da questa terra. Perché intendiamoci, mica si poteva andare nel tortonese per Barbera e Croatina di laggù. Ma per bianchi di altissimo livello il Piemonte non era noto. E invece… Il mio primo contatto vero con il Timorasso risale a questo millennio, finalmente privo di ogni scetticismo. A La Colombera, scoprendo il sorriso dolce e ironico, pari all’ospitalità e la qualità del Derthona e del Montino, la sua riserva. Sorpresa a limiti dello stordimento. In una parola innamoramento. per un vino di rara eleganza, pari al rigore, sapido, di grande acidità, che puoi anche dimenticarti in cantina per anni (e io amo l’invecchiamento, il passare del tempo anche nel vino), ricco di profumi mai banale. Anzi originalissimo. Tanto che vale la pena muoversi per cantine, anche perché tra i produttori ce ne sono davvero di originali e un po’ “testoni”. contadini veri cui piace più di tutto sperimentare e ricercare. Come Daniele Ricci di Cascina San Leto, una faccia programmatica e vini che ti lasciano a bocca aperta, con la voglia di provarli ogni anno, perché mai uguali. E in cascina si mangia e bene. Intorno si stanno sviluppando anche realtà giovani, non soltanto gli storici come Boveri e Claudio Mariotto. Penso ai ragazzi dell’Azienda I Carpini, a Luca Canevaro. Il fatto è che poi provi i rossi e resti conquistato dalle barbera e dalle croatine (l’Elso di Ricci fu una rivelazione, tosta eh). Ma non basta, c’è il Montabore, ci sono gli agnolotti, provate quelli del ristorante Montecarlo a Mombisaggio. Ci sono i salumi. Ci sono i paesaggi, declivi che nulla hanno da invidiare patrimoni Unesco. E tutto si accompagna all’umiltà e alla cordialità di chi lavora la terra. Liberi di non crederci, ma andateci e, dimenticavo, fate un salto anche da Valli Unite, fatevi sorprendere. A Tortona si beve alla grande e si mangia benone, tipo daAnna Ghisolfi, ma va bene anche l’enoteca cittadina. Poi, praticamente nascosta, provate a scovare Casa seteria Sironi, di fronte a quella che era la seteria, magione trasformata manentendone le caratteristiche e gli arredamenti però, in bed and breakfat. Poche stanze uniche, prenotate. Il fatto è che Tortona non te l’aspetti.
E nemmeno il piccolo mondo del grande basket si sarebbe aspettato di scoprire questa terra. Una società spinta dall’idea che ricorda i quattri amici al bar (canticchiare Gino Paoli è d’uopo) e che mantiene ancora quella purezza ma può immaginare tutto da quando Beniamino Gavio e il gruppo omonimo si sono affiancati. Intanto può quasi vedere una cittadella dello sport d’avanguardia nazionale. Capace d’attirare realtà internazionali e offrire un servizio al territorio. Poi di salire in A. Per restarci… (Piero Guerrini)
Poi c’è Alessandro Rossi, giornalista cremonese, oggi impegnato a 360 gradi tra sport e il racconto di produttori di grande verità.
“Mi sono innamorato dei colli tortonesi grazie ai vini di Enio Ferretti. Uomo generoso, figlio di una terra fatta di lavoro, sudore e dignità. Ricordo la prima volta “Da Giuseppe”, piccola osteria sulla collina di Montemarzino, luogo di incontro, scambio e confronto. Mi sono arrampicato sulla cima di Dernice per rincorrere il miglior Montebore ed ho scoperto la meraviglia del sentiero del timo selvatico. A Carezzano ho vendemmiato, potato, spillato un bicchiere di vino dalle vasche ancora in fermento. Ho nuotato nelle strette di Pertuso, mi sono seduto sotto il magico Belvedere del Rebo in un caldo pomeriggio di agosto. Ho scoperto la Val Borbera raccogliendo le prime uve che poi sarebbero finite nei coraggiosi vini di Andrea Tacchella. Ho guardato il tramonto bevendo cortese seduto attorno al tavolino fuori dalla bottega delle Valli Unite, custodi di una storia che ha bisogno di essere raccontata. Mi sono emozionato bevendo il timorasso di Walter Massa, la barbera di Enio, assaporando i formaggi di Luca Montaldo ed una fetta generosa di Nobile del Giarolo, divorando le pesche sciroppate di Volpedo, borgo dove ogni sabato trova spazio un piccolo mercato della terra. Alla Saoms di Carezzano mi hanno sempre accolto come un figlio. Tortona e le sue valli sono il segreto meglio nascosto di un’Italia straordinaria. Sono pagine di un libro scritto da persone, da uomini straordinari. E poi ci sono gli amici: Enio, Micaela, Andrea, Pino, Sergio, Rita. Se quelle valli mi suonano così familiari è anche e soprattutto merito loro”.
Grazie a Piero Guerrini e Alessandro Rossi
Il programma di oggi
Ore 10:00 – apertura al pubblico dei banchi d’assaggio
Ore 15:00 – masterclass aperta al pubblico (a pagamento) condotta da Roberto Marro – AIS Piemonte
(prenotazioni tramite e-mail: organizzazione@collitortonesi.com)
Ore 18:00 – chiusura dell’evento
I ristoratori del territorio aderenti proporranno nei loro locali menù con abbinati vini Derthona.