Minicucci e Corso 41: matrimonio perfetto

Davide Minicucci is back. Dopo le esperienze da Enrico Mazzaroni al Tiglio e poi da Pierpaolo Ferracuti fresco di stella con Retroscena, passando per lo street food Noatri e le prove tecniche di trasmissione col pesce al Circolino della Vela a Civitanova Marche, Minicucci è il nuovo Boss in cucina a Montegiorgio da Corso 41.

Ci siamo andati, ci sono andati un paio di Amici, e l’impressione che si è avuta (e che si è condivisa) è quella del passaggio chiave per un talento che abbina voglia di origini e tradizione a grande classe e competenza, cui serve ora continuità di espressione.

Lo dico subito, non sono un carnivoro e quindi non il cliente ideale per un cuoco che quando sulla carne ha massima libertà di espressione può fare la differenza, ma quelle due cose messe lì nel menù per gente come me hanno funzionato bene.

Nel nuovo corso del locale, che resta uno dei nostri preferiti nell’entroterra, Minicucci parte dal suo legame indissolubile con la civiltà contadina e dai suoi storici fornitori (l’olio di Rosciola di Stefano Gregori è deliziosamente amaro e pungente, col pane pugliese fatto con la farina di Carassai fa portata da solo), aprendosi alla contaminazione con la nouvelle vague della ristorazione locale, come accade con gli spaghetti Mancini verdi idealmente dedicati a Retroscena.

OMAGGIO A RETROSCENA

Il menù è stretto e segue le stagioni, mi parlano di una trippa da urlo (non viene sbiancata), notevole la crema di ceci. Il tagliere di salumi e formaggi, messo lì così, anche col “naming” forse è un po’ ruffiano, lo si potrebbe evolvere. A me è toccato un tagliere di formaggi Fontegranne extralarge, si potrebbe far meglio con il visual vista la classe del cuoco.

Il primo menù di Minicucci a Corso 41 ha un eccellente rapporto qualità prezzo per un conto assolutamente in linea.
Crema di ceci

Veruska ha apprezzato molto l’omaggio alla milanese. Abbondante e perfetta nella cottura. Piccola pecca, il purè arrivato con po’ di ritardo.

Il sommelier ci ha consigliato un vino di Andrea Giorgetti e ha fatto benissimo: il suo Adele è un Piceno entusiasmante già nel colore, bello facile, diretto e fresco nella sua annata più recente. Bel colpo. La carta dei vini è prettamente locale con qualche nome a sopresa tra chi c’è ma anche tra chi non c’è.

Abbiamo saltato il dolce perché ci aspettava un’altra tappa, ma voi non potete esimervi perché (mi dice l’amico Carlo Rossi che ne sa) il Minicucci del dolce si sta formando dai migliori, Leonardo di Carlo in testa, e il pastry chef Andrea Serafini fa cose strepitose.

Perché andarci

Corso 41 è un locale meraviglioso figlio di un recupero e di un progetto visionario nel centro storico di Montegiorgio. Davide Minicucci è un talento a caccia di consacrazione e continuità di progetto, piacerà a chi ama la tradizione con classe, come accade, ad esempio, da Andrea Tantucci e Gessica Furi Mastri al Gallo Rosso di Filottrano.

Gianmaria Vacirca

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