La meglio gioventù del Povero Diavolo

Mentre a Sant’Arcangelo andava in scena il “delirio” della fiera di San Martino con migliaia di persone a far baldoria e code chilometriche per andare e venire, Veruska ed io siamo saliti fino a Torriana per conoscere l’Osteria del Povero Diavolo e la sua baldanza giovanile.

Trovando davvero l’atmosfera che ci piace: il borgo, il calore dell’ osteria, nuove generazioni che lo valorizzano reinterpretandone piatti e valori.

Volete mettere varcare la soglia e trovarsi davanti un bel tavolo conviviale in legno riscaldato dallo scoppiettio del fuoco, col profumo della legna che arde nel camino che domina la sala?

Ah che meraviglia.

Ci si sente già in stato di grazia, accolti con calore e generosità: qui la stella Michelin non è quel peso e quell’ansia da prestazione che poi ogni forma si fa eccesso e ogni piatto un esame di maturità.

Certo per Giuseppe Gasperoni l’eredità del Giorgio Parini suo predecessore non era facile, ma con questo approccio, nel corso degli anni, è riuscito, oltre che a riportare la stella, anche a dare una bella scarica di leggerezza a una cucina che parte dalle origini per addentrarsi in territori nuovi tra “terra”, cortile e caccia e mare, ma anche anguilla e piccione nel fuori menù, con abbinamenti e giochi di consistenze inconsueti e divertenti.

Pane e cipolla per iniziare, tanto per gradire.

Grissini, pane integrale e focaccia all’olio home made eccellenti.

Coniglio gustoso, gusto strong, in abbinamento, azzeccato anche nel visual, con la salsa brusca.

Cappelletto di caccia con il ripieno di capriolo e un brodo “terroso” da autentica passeggiata nel bosco.

Piatto riuscitissimo secondo mia moglie.

Tre preparazioni e altrettante consistenze diverse per il topinambur con le vongole che sgusciano un po’ via dal piatto e vai a raccogliere per gustare il tutto in un sol boccone.

Romagna mia per il cefalo con le erbe amare, bella proposta golosa: qui l’omaggio alla piada tipo Dalla Gioconda con la saraghina arriva da una deliziosa salsa di bruschetta.

Siamo nel terreno dei giochi di tradizione che continuano con il pre dessert pane e vino efficace anche nell’imputata mento

Due soli dolci in carta.

Castagna cioccolato e alloro è molto piaciuto alla signora.

Mentre il divertissement del semifreddo alla mandorla con il porridge è piaciuto a me che amo sgranocchiare meno a lei, soprattutto dopo la nausea da popcorn della Vitifrigo Arena dalla sera prima.

Ho finito con due fette di bergamotto candito e un Amaro Sibilla: un abbinamento inconsapevolmente geniale che mi ha lasciato un meraviglioso gusto a fine pasto.

Al Povero Diavolo trovate un menù stella Michelin a 60 euro, un ambiente caldo e giovane, uno Chef talentuoso, ci ha conquistato nella sua uscita ai tavoli, trasmette davvero belle sensazioni, una bella brigata di ragazzi attenti e competenti.

Carta dei vini OK, volevo un rosso da finire a casa poter abbinare ai miei piatti: mi hanno consigliato il pinot nero elegante, sottile e freddissimo di Giorgio Melandri ed è andata benissimo così.

Bella serata, alla prossima !

2 risposte a “La meglio gioventù del Povero Diavolo”

  1. Vorrei che il campionato si fermasse più spesso per farti riempire queste pagine come nell’ultima settimana. Cibo autentico,vini artigianali e tutto ciò che gira intorno.
    Goduria.

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