Serie A, i posti imperdibili: ultima parte

Le macchinine del giornalista di Corriere Bologna Daniele Labanti aprono come da tradizione la nuova stagione della pallacanestro di serie A. Una griglia sempre molto discussa, che scaramanticamente piace soprattutto a chi sta in fondo, meno a chi si guadagna le primissime file senza passare dalle qualifiche. Ecco la seconda parte dei posti “imperdibili”, i buoni consigli per i tifosi che vanno in trasferta, seguendo la seconda parte della griglia di partenza.

VENEZIA: imbarazzo della scelta, ovvio. Un posto della tradizione, amato dai veneziani, è l’Anice Stellato, fuori dal centro, dove si mangia una frittura di pesce che non si dimentica. Altrimenti, coi bigoli in salsa di acciughe non sbagliate mai.

ROMA: Paolo Fadelli, il massimo esperto italiano dei profumi artistici, un giorno mi ha commosso racco ntandomi la nascita della sua collezione di essenze, Pantheon. Parla della storia d’amore tra Raffaello e la Fornarino. Tra mito e realtà, il giardino dei loro incontri segreti è quello del ristorante Romolo a Trastevere. Ci sono andato e mi sono trovato bene.

BOLOGNA: l’idea del tortellino street food, con la pasta fresca lavorata a vista, è davvero “una buona idea”. Quelle che dici: “ah, potevo pensarci io!”. La Bottega dei Portici è la parte street del ristorante oggi più interessante della città, quello dell’ Hotel Portici.

PISTOIA: i grandi classici della cucina toscana li trovate da Rafanelli.  Locale a conduzione famigliare dal 1926, e 90 anni di ristorazione tramandata non si trovano tutti i giorni. Attenzione, la domenica è aperto solo a pranzo.

VARESE: ad Azzate c’è un locale da impazzire. Si chiama Blend4 – Spirito Enogastronomico, ricerca e innovazione toscana nei cibi, nell’olio, nel vino. Il menù causa mancamenti improvvisi, la carta dei vini regala grandi sorprese. Imperdibile.

PESARO: Simone Flamini e il suo Tipo Pub sono diventati un punto di riferimento. Birre artigianali e panini gourmet. Una tappa obbligatoria. Se volete mangiare il pesce andate da Alceo, da sempre in prima fila al palazzetto.

CREMONA:  Osteria degli Archi, corso XX settembre 14, affacciato nel quadrilatero principale del cuore della città. Emanuele Mosconi, allievo in passato dello chef Paul Bocuse, propone una cucina in cui la qualità del prodotto è al centro di tutto. Il mio podio: quaglietta con contorni di funghi, la sua splendida culatta ed il manzo in generale, che sia una tagliata o una battuta al coltello. Atmosfera informale, ma curata, si mangia fino a tardi e si beve anche bene. (Rossi)

CAPO D’ORLANDO: è un derby tra mare e terra quello tra Il Grande Pino di Sant’Agata e l’Antica Filanda di Capri Leone. Pesce dal primo, il suino dei Nebrodi dal secondo. Dove si può anche dormire. In città fa sempre piacere andare all’Odeon, per una pizza o il pesce fresco. La leggenda narra sia quello pescato a volte da Gianluca Basile.

2-fine

 

nelle foto: Blend4

 

 

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