Campionato nuovo, guida nuova e griglia del Corriere di Bologna, quelle con le macchinine messe in fila da Daniele Labanti, uno che non le manda a dire mai. Piaccia o non piaccia. Da griglia a griglia dunque, andando a pescare tra i pezzi e i consigli più efficaci, quelli che un sacco di amici ci hanno dato in questi anni di simil retroguardia baskettara e pseudo avanguardia gastronomica. Dedicati agli aficionados e a tutti quegli appassionati che sono il vero patrimonio del nostro basket. Seguiamo la griglia di Labanti, il che non vuol dire essere d’accordo con lui al 100%, ma questo giro ci andiamo comunque vicinissimi.
MILANO: Erba Brusca, a due passi dal Forum, tra l’altro. Alzaia Naviglio Pavese 286, locale semplice e caldo, tra la campagna e la città. Attenzione ai dettagli, colori dell’orto, un menù di terra e mare minimalista, ma curato in ogni particolare. Provato un eccellente polpo scottato con crema di zucca, dragoncello e petali di cipolla. Mi sono commosso davanti alla pancia di maiale croccante con saba e insalata di cavolo bianco. Come primo spaghetti con vongole, tartufo nero ed erba brusca, diviso in due con la mia compagna e che il personale, molto gentilmente, ci ha servio, già diviso, in due piatti perfettamente decorati: non datelo per scontato, perché spesso sono i piccoli dettagli a fare la differenza. Di secondo pollo di Moncucco marinato al limone e salvia con peperoni arrosto marinati con pimpinella e acciughe: croccante, saporito, succoso, doppia cottura, proprio per mantenere i succhi che rendono questa carne speciale. Buona la selezione dei vini. Abbiamo inaffiato il tutto con del Blanc de Morgex 2012, ice wine aostano, perfetto compromesso per chi gusta un boccone di carne e poi uno di pesce. Godibile anche la cheese cake con le albicocche, onesto il conto: 40 euro a cranio a Milano, con questa qualità, è un prezzo più che accessibile. (Alessandro Rossi)
AVELLINO: un must per il nostro blog, ovvero il ristorante da Martella. Istituzione della ristorazione irpina, situato nel Centro Storico della città. Segue quotidianamente le tradizioni della gastronomia avellinese, fatta di ingredienti poveri ma ricchi di gusto. Il martedì e il sabato si può gustare il fantastico ragù come condimento di ravioli e fusilli rigorosamente fatti a mano. Il venerdì, giorno destinato al pesce, è un trionfo di baccalà e alici fritte. Ottimi i piatti a base di tartufo e funghi e le ricotte e mozzarella rigorosamente di bufala. Buona scelta di vini e ottimi dolci. Se invece volete da pizza, a Contrada San Lorenzo ad Atripalda a 5 chilometri dal PalaDelMauro, c’è Don Matteo. Pizzeria, ma anche american bar con vaste selezione di birre e long drinks. Ottime le pizze e i saltimbocca per passare una serata piacevole.
SIENA: pochi dubbi, Giuseppe Nigro vi porterà sempre al “Boccon del Prete“, via San Pietro 17, in pieno centro storico a 200 metri da Piazza del Duomo: menù raccolto ma mai banale, cucina tipica e idee ricercate, soprattutto se entrate in sintonia con l’oste, buona carta dei vini e ambiente curato, probabilmente il miglior rapporto tra qualità (alta) e prezzo a Siena.Per tutti gli altri consigli di Giuseppe, basta un click sulla sua guida ragionata cittadina.
SASSARI: qui si va sempre a Tony’s al Quirinale. Pesce fresco, porzioni giganti, pizze da urlo, la buona compagnia e un paio di maxischermi che servono sempre (per i posticipi). Però tra Sassari e Alghero, città cui siamo affezionatissimi, i posti sono tanti. Tenete conto, però, che lo chef Andreini si è trasferito a Mosca, all’Hotel National di fronte alla piazza Rossa, in un ristorante davvero super chic.
VENEZIA: vicino a Rialto, in una piazzetta di quelle che rendono la città indimenticabile, c’è Al Mercà un locale magico nella sua semplicita. Vino, spritz, cicchetti, imperdibile le polpette. Armatevi di pazienza, soprattutto nel weekend, è molto facile che stiate in piedi, ma è una tappa assolutamente obbligatoria, almeno per me.
BRINDISI: fate una trentina di chilometri verso la città bianca di Ostuni, che vi toglie il fiato soprattutto le sere d’estate, e sedetevi all’Osteria del Tempo Perso, un locale che mi ha fatto conoscere “Don” Virginio Bernardi e nel quale torno appena possibile. Potete scegliere se mangiare dentro una grotta, o dentro un museo, ovviamente le migliori specialità pugliesi. Le mie scelte: sempre antipasti e primi, magari due. Consiglio spassionato: andateci con qualcuno che poi vi guida la macchina. Ps: se invece volete restare in città, c’è la pizza fritta di Romanelli.
REGGIO EMILIA: ah, la città di mia madre e dei miei parenti! Posso fare dei favoritismi? No, e allora andiamo sul sicuro facendo un tuffo negli anni ’70 dal buon Cattini, uno di quelli che serve personalmente ai tavoli il miglior carrello di bolliti e arrosti della provincia. Entratina con mortadella grana ciccioli salame e polpettine calde, primi tutti ma… un bel brodo di cappone con cappelletti lo consigliamo, mega carrello dei bolliti (occhio alle domande o Cattini si arrabbia). Dolci della casa. Il tutto accompagnato da lambruschi straordinari. Stesso stile al Canossa, che non possiamo escludere da questa “guida”. Però, però: la vera tappa reggiana per chi viene da fuori per la partita, a pochi chilometri dal casello dell’autostrada, lungo la Provinciale che collega Reggio a Novellara, è da Probo. Una vecchia trattoria di campagna con il massimo della tradizione reggiana.
CANTU’: la tappa obbligata è da Vini e Più, Posteria e Caffè. Locali vietato ai golosi, anzi no: salumi, formaggi, enoteca, Beer Shop, Tea Shop, il meglio del meglio nello stesso posto. Un rifugio, ma anche un locale magico per organizzare una festa con gli amici. Perchè c’è anche uno spazio dolci da svenimento, da Piemonte e Toscana soprattutto.

1- fine prima parte
Gianmaria Vacirca (contributors: Alessandro Rossi, Antonello Nevola, Giuseppe Nigro, Max Menetti, Bruno Arrigoni). La griglia della serie A è quella di Daniele Labanti del Corriere di Bologna