Le pillole milanesi di Alessandro Rossi

Un venerdì come un altro. A Milano. Con la lista della spesa compilata dal fedele Luca Grasselli di Azienda Agricola Lagoscuro.

Si inizia con un aperitivo nel cuore di Chinatown, via Paolo Sarpi 30, “Le Cantine Isola”, storica enoteca, nella quale il tempo sembra essersi fermato. Eccezionale la selezione dei vini alla mescita, magico il locale dove il parquet intriso di polvere e storia, ci accoglie insieme ai milioni di bottiglie assiepate negli scaffali di acero misto quercia. Provato e amato: Fiano spumantizzato, 24 mesi sui lieviti, cantina Picariello, che lo definisce il Brut contadino. Una marcia in più rispetto alla maggior parte degli attuali Franciacorta, che si sono piegati, troppo facilmente, alle tristi logiche del mercato: 20 euro la bottiglia, finissima la bolla, naso e bocca si mischiano in una perfetta combinazione di gusti e sapori. Abbiamo chiuso con il Pico, un pura Garganega, naturale, dalle alte colline di Gambellara (Vicenza), dove Angiolino Maule vinifica con passione e rispetto per la terra.

Next stop: cena da Erba Brusca, Alzaia Naviglio Pavese 286, locale semplice e caldo, tra la campagna e la città. Attenzione ai dettagli, colori dell’orto, un menù di terra e mare minimalista, ma curato in ogni particolare. Provato un eccellente polpo scottato con crema di zucca, dragoncello e petali di cipolla. Mi sono commosso davanti alla pancia di maiale croccante con saba e insalata di cavolo bianco. Come primo spaghetti con vongole, tartufo nero ed erba brusca, diviso in due con la mia compagna e che il personale, molto gentilmente, ci ha servio, già diviso, in due piatti perfettamente decorati: non datelo per scontato, perché spesso sono i piccoli dettagli a fare la differenza. Di secondo pollo di Moncucco marinato al limone e salvia con peperoni arrosto marinati con pimpinella e acciughe: croccante, saporito, succoso, doppia cottura, proprio per mantenere i succhi che rendono questa carne speciale. Buona la selezione dei vini. Abbiamo inaffiato il tutto con del Blanc de Morgex 2012, ice wine aostano, perfetto compromesso per chi gusta un boccone di carne e poi uno di pesce. Godibile anche la cheese cake con le albicocche, onesto il conto: 40 euro a cranio a Milano, con questa qualità, è un prezzo più che accessibile.

Chiusura alla grande al Pravda Vodka Bar, Via Vittadini 6, che propone una selezione infinita di Vodka e Gin, rigorosamente alimentati con Fever Tree: per me un Botanist, profumato e non aggressivo. Per la mia compagna Sipsmith, che ha carattere e alcol da vendere.

Il giorno dopo, prima del ritorno in pianura padana: il noodle bar de Al Mercato, diventato famoso con il Burger Bar in Via Sant’Eufemia 16. Nel secondo gioiello di Beniamino Nespor ed Eugenio Roncoroni, in Viale Bligny 3, si gustano i classici noodle asiatici (fritti, in brodo o asciutti) e degli enormi Hot Dog di carne altoatesina, insaccati in una delle migliori macellerie milanesi. Con 20 euro, a pranzo e cena, si esce sazi ed appagati. Da provare.

ALESSANDRO ROSSI

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