Anche quest’anno ho scelto l’olio del mio Amico Stefano Gregori per ricordarmi delle radici della mia Famiglia. Nonno Talino Chierici vendeva olio e quando ero bambino mi portava nel garage della sua casa a Reggio Emilia per “sentire” l’olio nella damigiana. Lo “sentivo” da un bastoncino di legno, certo non ero in grado di strippare, ma è grazie a quei tempi se le teorie sull’assaggio hanno lasciato spazio alle idee sulle teste, come ben racconta Maurizio Pescari.
Come ha scritto bene Stefano nel racconto che è finito sulla piccola lattina di Talino, con questo olio si chiude il cerchio.
“Quando cade una goccia di olio forma sempre un cerchio, non esiste una goccia oblunga o ovale, il cerchio è la forma dell’olio, e necessita che tutti gli attori abbiano una conoscenza enciclopedica, nell’accezione greca del termine, enkyklios significa circolare, ma anche quotidiano, comune, proprio come l’olio, circolare e quotidiano Nel cerchio si torna al punto di partenza e i modi sono due: stare fermi o girare.
Talino girava per trovare l’olio migliore, partendo da Reggio Emilia e a distanza di anni a Reggio Emilia torna con un olio prodotto nelle Marche e confezionato in una lattina dai colori nero e verde: nero come le mani di chi lavora e verde come l’oliva”.
Facendo un lavoro molto simile a quello che in casa Gregori completano ogni anno con le loro bottiglie e le loro lattine – comprese le ultime arrivate di Riccardino, l’olio pensato per i bimbi – Veruska ed io ci siamo armati di sana pazienza per vestire ogni piccola latta, con un packaging assolutamente conforme proprio a Riccardino.
E’ stato tutto abbastanza speciale ed emozionante: quando una cosa la senti dentro, provi una soddisfazione unica e speciale nel vederla realizzata prima, nel condividerla poi.
Grazie Talino, grazie Stefano, grazie Ulivo.