Da Uliassi è sempre la serata perfetta.

Ho prenotato la cena per il compleanno da Uliassi qualche settimana fa, sul nuovo sito, tra l’altro pensato e fatto proprio bene, elegante, verticale, bellissime fotografie, in una pagina si trova tutto ciò che serve per ingolosirsi e decidersi a tornare.

E così è accaduto a noi. In basso a destra trovate Resdiary e con un paio di click il gioco è fatto.

Ci eravamo stati qualche mese fa, dopo qualche tempo, un paio di settimane prima che Uliassi conquistasse la sua meritatissima terza stella Michelin.

Ci siamo tornati con entusiasmo nel primo weekend di riapertura, per ritrovare quell’atmosfera incredibile e quasi miracolosa del ristorante tre stelle Michelin, 3 forchette Gambero rosso e 5 cappelli Espresso in cui entri e respiri profumo di Famiglia e Valori che ti riporta a certe domeniche al mare coi tuoi cari, circondato da un mare di talento, creatività, gioia, brillantezza, una “normalità” che è prima di tutto genuina, vera, vera come i piatti che escono dalla cucina di Mauro Uliassi, ed entusiasta come il personale di sala, una meglio gioventù sempre gentile, il figlio Filippo in testa, sorridente, appassionata, premurosa, discreta, guidata con eleganza della sorella Catia.

Mauro Uliassi (foto ufficiale Uliassi)

Catia e Filippo Uliassi, foto ufficiale ULIASSI

E se mai aveste un qualche timore reverenziale nei confronti di un ristorante di così alto livello, l’atmosfera che respirate (e le persone che incontrate) nelle sale bianche che si affacciano sul mare di Senigallia vi mette subito a vostro agio, quasi galvanizza trasmettendo serenità, energia, e una voglia irrefrenabile di cibo.

Anzi, come più o meno direbbe Uliassi, una voglia irrefrenabile di stabilire quel contatto così intimo col Cuoco, un’intimità pressochè totale, perchè il Cuoco è una di quelle poche persone che “entra” dentro di Te, lo fa attraverso il cibo, ti possiede per qualche ora. D’altronde non è Uliassi che ha detto “Nella cucina c’è tanto eros. Il mangiare è l’unica attività, insieme al sesso, che coinvolge tutti e cinque i sensi. Quando cuciniamo, pensiamo al piacere che diamo alle persone”

L’altra sera abbiamo viaggiato leggeri, la cucina di Uliassi è “leggera” e felice, mai un piatto difficlle da gestire nonostante la complessità e la ricercatezza, la creatività delle preparazioni, degli accostamenti, la bocca che ti resta a fine pasto è “bella” e unica, Uliassi ti lascia un gusto tutto suo, un suo personalissimo Umami e vale anche quando i commensali sono puri golosi e semplici appassionati come noi, così voraci e plateali da aggredire la serata fin dal’aperitivo, un sorso di Kir Royal e il loacker di foie gras, la tartina alici e tartufo, la finta oliva all’ascolana per iniziare (Veruska va matta per le alghe fritte che arrivano nella seconda parte), fregandocene di fare la solita figura col pane perchè più in là con la cena è arrivato il secondo giro, of course, con la punta di burro profumato all’ostrica, ma anche senza nel caso di una clamorosa pizza marchigiana cacio e pepe.

Un menù classico e un menù Lab di pesce, nella formula easy con 6 portate, annessi e connessi oltre al dessert, i prezzi sono invariati rispetto all’anno scorso, punti esclamativi che si sprecano fin dai due piatti d’apertura, le tagliatelle di seppia col pesto di alga di Veruska e il mio pancotto al latte di mandorla e granita di ricci di mare che già conoscevo e che mi ha regalato brividi alla prima scucchiaiata.

Tagliatelle di seppia: si sciolgono in bocca!

Siamo andati avanti così per altre dieci proposte complessive, spassandocela, facendo gli scemi con i telefoni alla ricerca della foto ricordo perfetta per il compleanno, una serata di pura libidine in cui abbiamo divorato tutto, ebbene si, spesso con la tentazione della scarpetta. Chissenefrega, no?

La sogliola alla maitre d’hotel, spolverando per bene la polvere di prezzemolo.

Il Rimini Fest, omaggio alla tradizione romagnola del pesce panato sulla griglia.

Rimini Fest ti prende sempre per la gola.

Il mare dentro con interiora, trippe, fegati, una magnifica “collosità”, grandi sapori, erbe che sgrassano, qui giochi a fare “all’amore” col cuoco, con sapori viscerali.

“E’ sempre la bocca che decide” Mauro Uliassi

E volete mettere la pasta, la bellezza “semplice” degli spaghetti affumicati alle vongole con i datterini arrostiti e quella succulenta al lardo di polpo? Doppio Wow! I Cappelletti tipo “alla moda di zia Elena” con panna, prosciutto e piselli che ci hanno ricordato una serata al Gallo Rosso di Filottrano di qualche anno fa, e il racconto del nipote cui la Zia insegnava a tirare la pasta.

Pasta sempre con la cottura perfetta. E l’affumicatura, vogliamo parlarne?

Poi una’altro “primo” strepitoso, i gobbetti con le lumache, il prezzemolo e la cicoria, la corona di anguilla con la tzatziki all’arancia, poi rombo, pescatrice in potacchio come insegnavano i contadini di Senigallia: che goduria alla vigilia dei dolci con il loro prima, durante e dopo: ma tra un ricordo di “fiordifragola” d’ingresso e la piccola pasticceria (elegantissima, divertente, colorata, un tripudio di gusti) eravamo già intenti a chiacchierare con lo Chef: il talento e la passione, la magica centralità delle Marche, il basket e le scarpe, il rimanere sè stessi e arrivare al massimo coi propri tempi.

Abbiamo fatto “chiusura” come si diceva una volta, degna conclusione della serata perfetta.

PS: abbiamo bevuto un vino dei Colli Tortonesi, pescando nella carta lo “Stato”, Derthona Timorasso 2015 di Azienda Agricola Terralba di Berzano di Tortona.

“Se un piatto è molto buono… non va bene. Deve essere eccezionale” Mauro Uliassi

La foto in HP è tratta dal sito ufficiale del ristorante.

Il Pancotto (foto da Intravino)

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